Napoli, trema la terra nel cuore della notte. Gente giù dal letto e tanto panico. Gli esperti chiedono se non fosse il caso di evacuare la zona a ridosso dell’epicentro delle scosse sismiche

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Ora la paura fa 90 nell’area Flegrea e anche a Napoli. Le scosse si susseguono e cominciano a crescere d’intensità.

Nel cuore della notte alle 3 e 35 una scossa ha raggiunto l amagnitudo 4.2 con epicentro nei pressi della zona di Dazio nell’area tra Bagnoli e Pozzuoli. È la scossa di terremoto, in assoluto, più forte da quella del 23 novembre del 1980.

E per tutta la notte vigili del fuoco e protezione civile con il supporto delle forze dell’ordine hanno controllato la staticità di alcuni edifici. Precauzionalmente a Pozzuoli scuole chiuse e solo in tarda mattinata è stato ripristinato il trasporto su ferro dopo che sono state ultimate le verifiche.

Una scossa di terremoto che ha gettato giù dal letto non solo i residenti dell’area flegrea ma anche dei quartieri di Napoli. Certo il fenomeno come più volte hanno spiegato e rassicurato gli esperti è fisiologico.

Ci troviamo in un meccanismo di bradisismo e quindi di salita del manto che è accompagnato da sciami sismici. Nessun studioso però può escludere che la risalita magmatica accompagnata dalla produzione di gas possa portare ad una eruzione di qualche piccolo vulcano dell’area flegrea.

I vulcanologi sono cauti ma hanno percepito che il fenomeno rispetto alla letteratura storico scientifica presenza delle diversità tanto da indurli a scrivere al Prefetto di Napoli e consigliare quindi alle istituzioni almeno di evacuare gli edifici localizzati nell’area di Agnano-Solfatara, dove si generano i terremoti più forti in questa fase del bradisismo flegreo.

A preoccupare sono gli effetti delle continue e ripetute scosse sulla tenuta degli edifici in un’area di circa 20 chilometri quadrati. La scossa di stanotte è solo l’ultima di una serie di terremoti già la mattina prima uno sciame sismico aveva indotto molte famiglie puteolane a recarsi a scuola per riprendere i figli, mossi da un panico e dall’angoscia che qualcosa di brutto potrebbe accadere.

Occorre comunque fare riferimento solo all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e la protezione civile oltre che le istituzioni e non ascoltare chi diffonde disinformazione e allarmismo sovrastando le comunicazioni ufficiali.  

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