“Così parlo Bellavista” è un film di Luciano De Crescenzo che ci racconta come già dagli anni Ottanta a Napoli le truffe alle assicurazioni con i falsi sinistri. Ci sono i testimoni, sempre gli stessi, il mitico avvocato Cascione, i carrozzieri amici, i clienti che ripetono a memoria la parte prima di essere interrogati. E stamane un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli ha scoperchiato proprio questo sistema complesso di truffe e di finti incidenti dove – senza sorprese – vi sono coinvolti avvocati, medici, tecnici di centri diagnostici, carrozzieri e falsi testimoni.
Sembrano i personaggi che con astuzia faceva muovere in scena nel suo film il grande Luciano De Crescenzo. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata a furti, rapine e truffe assicurative, eseguita lo scorso 1 marzo, permettendo di raccogliere indizi a carico degli indagati e di rivelare l’operatività di un’associazione criminale che, da oltre un decennio, opera nel territorio campano. Sono finite in carcere quattro persone con due avvocati e sei medici interdetti dalla professione e altri 23 indagati in stato di libertà.
Ad operare i carabinieri della compagnia Vomero che hanno condotto le indagini tra a Napoli, Aversa (Caserta), Minturno (Latina), Melito di Napoli (Napoli), Curti (Caserta), Piano di Sorrento (Napoli) e Servigliano (Fermo). Le indagini hanno consentito di delineare il modus operandi del sodalizio, all’interno del quale erano ben definiti i ruoli di capo, promotori e partecipi e tra i quali figurano due avvocati e diversi medici, tra cui quattro in servizio presso i pronto soccorso degli ospedali di Marcianise e San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, mentre altri due operavano in centri diagnostici privati.
Il meccanismo prevedeva un’iniziale fase di pianificazione della dinamica del sinistro con l’individuazione delle parti da coinvolgere, dei finti testimoni, del medico e del pronto soccorso di riferimento da cui farsi rilasciare referti per inesistenti lesioni; successivamente, venivano coinvolti i sanitari dei centri diagnostici e dei poliambulatori presso i quali venivano effettuate le visite successive a quelle di pronto soccorso ed i carrozzieri compiacenti che avevano il compito di predisporre la documentazione falsa relativa ai danni subiti dai veicoli coinvolti, in maniera compatibile con le lesioni riscontrate.Poi toccava agli avvocati che istruivano le pratiche per falsi sinistri stradali e che concordavano le dichiarazioni dei finti testimoni. In almeno due occasioni sono state accertate anche dichiarazioni testimoniali da parte di due soggetti risultati poi inesistenti.
Il profitto del reato della truffa assicurativa, una volta incassato, veniva poi movimentato e prelevato in maniera frazionata, nel tentativo di dissimularne la provenienza illecita. Dalle attività è stato altresì possibile individuare il presunto autore del furto di un’autovettura avvenuto all’interno di un supermercato di Napoli ed eseguito con la tecnica del “finto parcheggiatore” che, con l’inganno e qualificandosi come posteggiatore, si era fatto consegnare le chiavi dell’autovettura, per poi dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.Inoltre è stata documentata anche l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di due degli indagati, per un ammontare complessivo di 20.497,47 euro.