Il boss Cutolo ora spera di riabbracciare sua figlia Denyse. La Corte di Strasburgo paragona l’ergastolo duro alla tortura. “L’Italia cambi la legge”

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La Corte di Strasburgo ovvero la Cedu giudica l’ergastolo ‘duro’, che la legge italiana battezza come ‘ostativo’, impedisce la concessione di benefici al condannato, viola l’articolo 3 della Convenzione.

Insomma far scontare così la pena escludento il reinserimento di chi ha sbagliato è come fosse una tortura di Stato, una punizione disumana e degradante, soprattutto nega la possibilità di un percorso rieducativo.

La Corte di Strasburgo chiede all’Italia di riformare la legge sull’ergastolo ostativo, che impedisce al condannato di usufruire di benefici sulla pena se non collabora con la giustizia.

L’ergastolo ostativo prevede che chi è condannato all’ergastolo per reati di mafia e terrorismo non possa beneficiare della la libertà condizionale senza collaborazione con la giustizia.

Cosa significa? Non si spalancheranno assolutamente i carceri. Ma l’Italia al più presto dovrà mettere mano alla legge e modificarla.

La pena anche all’ergastolo dovrà contenere dei benefici anche se il soggetto condannato in via definitiva non collabora con lo Stato.

A questo punto sono in tanti a chiedersi: alla luce di questo provvedimento, l’ergastolano Raffaele Cuolo da oltre 50 anni in carcere potrà ususfruire di alcuni benefici?

Uno fra tutti incontrare sua figlia Denyse che ad ottobre al compimeno dei 12 anni per le misure di sicurezza suo padre lo potrà vedere solo al di là di un vetro.

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