Il giornale tedesco Die Welt tira fuori il peggio della propaganda italiana etichettandoci come nazione mafiosa che aspetta solo i soldi dall’Europa.
Ne è scaturito un dissenso unanime prima da parte del Ministro Luigi Di Maio e poi anche da altre forze politiche, opposizione compresa.
Un’evidente forma di razzismo da condannare senza nessun dubbio e senza nemmeno ragionarci troppo. Superata la fase del dovuto sdegno e la presa di posizione del nostro governo contro questa forma becera di comunicazione, è forse il caso però di dire qualcosa in più.
Lo stato, anche grazie a questa pessima sollecitazione deve farsi carico di quella capacità nel dimostrare il contrario, con un moto propulsivo pieno di energia ma non di retorica, usando uno stile formale del tipo “Siamo offesi, siete stati razzisti, chiedete scusa, ma potremo dimostrarvi il contrario”. Fattività e non solo parole, seppure giustissime.
Al chiuso della nostra casetta “Italia”, dobbiamo dirci una verità: prendiamo coscienza che i milioni che gireranno nei prossimi tempi per una larga percentuale avranno la supervisione della mafia, sotto forma di appalti nella sanità, sotto forma di ammortizzatori sociali, di sostegno alle imprese, ecc, il rischio c’è, inutile essere ipocriti.
La mafia è una madre insensibile di cui giustamente dobbiamo vergognarci, una madre che ci ha adottato per anni e di cui dobbiamo liberarci, tornando alla madre che ci ha generato: la democrazia.
Se tua madre si prostituisce e qualcuno te lo dice in faccia, puoi arrabbiarti e dire anche mille volte “non ti permettere di mettere mia madre in mezzo” ma ciò non toglie che tua madre è una poco di buono. Abbiamo già accumulato fin troppa polvere sotto al tappeto, talmente tanta che qualsiasi altro vicino di casa si sente autorizzato a stigmatizzare stereotipi.
Nessuno deve permettersi di etichettarci, ma nessuno dovrebbe in primis permettere alla mafia di assistere a questo teatrino di offese mentre già si sta facendo i suoi calcoli di profitti con velocità. Facciamo un esempio: sono le associazioni e il volontariato che ora stanno rispondendo con forza immediata per dare una mano in tal senso, ma c’è una constatazione sacrosanta, e cioè che mentre il governo si sta organizzando su ammortizzatori per le spese delle fasce più bisognose, la camorra ha già pensato di risolvere il problema con il prestito di denaro.
La camorra s.p.a., non ha burocrazie lente. È immediata, è veloce, risponde subito alle necessità di mercato. È efficace e risolutiva. Mentre qui stiamo a ragionare, loro hanno già risolto con un welfare parallelo. Ha liquidità da elargire. Anche il Governo italiano ha i soldi e i mezzi ma è l’Italia. È lenta, è politica, è normativa e burocratica, è cavillosa e demagogica. Perde tempo e troppo spesso finge. Non ha la potenza delle reazioni immediate che invece la camorra ha. La camorra è un’istituzione che si fa Stato quando lo Stato non è in grado di garantire assistenza. È un’organizzazione laureata basata sulla corruzione, un sistema parallelo e funzionale a quello riconosciuto come legale.
L’idea assecondata talvolta dalla politica nazionale secondo cui la criminalità organizzata è mera “criminalità violenta e armata” è sbagliata, perché è di più, molto di più. È questo il nodo mentale da sciogliere e su cui intervenire. La camorra è simbiotica con le istituzioni di intervento in questo stato di emergenza.
Se un’azienda ora deve pagare duecento impiegati e cento fornitori, non aspetta i soldi che fisicamente arriveranno chissà tra quanti millenni, te li offre ora, subito, ieri! Se non puoi pagare la bolletta dell’elettricità e domani ti staccheranno la luce, te la paga lei. lo fa adesso, non restando spettatrice di “cerchiamo di capire come aiutarvi”.
Se è vero che allo Stato dovrai restituire quei soldi in futuro, ora con tasse ora con altri mezzi, e che se non lo fai sei fuori ai limiti dei pignoramenti o della bancarotta, è vero anche però che oltre a questa risposta, alla camorra dovrai restituire anche interessi impressionanti e insolvibili altrimenti anche in quel caso non si perde tempo: ti uccideranno. Ecco qui la differenza dunque “poco democratica”.
Una verità, nuda, cruda. In termini di efficacia e risolutezza, in termini di capacità di innervarsi nelle necessità concrete, la camorra (dagli anni 80 in realtà) batte lo Stato 10 a 0. Se vogliamo usare questa esperienza anche per scardinare questo sistema infame diciamocelo, altrimenti perdiamo tempo.
Amedeo Zeni