Un articolo del quotidiano tedesco Die Welt sostiene che la mafia è in attesa degli aiuti europei per metterci le mani sopra. Apriti cielo. Con trascorrere delle ore l’onda lunga d’indignazione e proteste in Italia cresce e tracima.
Subito Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e impegnato a risalire la china delle sue sventure politiche attacca a testa bassa: “Un’affermazione vergognosa e inaccettabile. Spero che il governo tedesco ne prenda le distanze. L’Italia piange oggi le vittime del Coronavirus, ma ha pianto e piange le vittime della mafia. Non è per fare polemica ma non accetto che in questo momento si facciano considerazioni del genere”.

Giusta e legittima la controffesiva del capo della Farnesina ma occorre fermarsi e riflettere sul fondato pregiudizio tedesco.
È la nostra storia che ce lo dice. Di fronte a fatti eclatanti: dopoguerra, post-ricostruzione del terremoto, emergenza rifiuti, le mafie pragmaticamente hanno sempre giocato un ruolo.
Insomma, l’articolo apparso sul Die Welt è sgradevole certo, ma non è campato in aria. Il sistema Paese Italia di fronte a tanti miliardi che potenzialmente saranno iniettati nell’economia saranno in grado di alzare il livello dei controlli e bloccare tentativi delle mafie di infiltrarsi?
Le mafie non si fermano anzi proprio in momenti delicati, dove procedure e atti autorizzativi si snelliscono ne approfittano con grande tempismo e diventa autorevole interlocutore dello Stato.
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