Nell’arco di dieci anni il divario tra Nord e Sud è aumentato a dismisura. Se negli anni passati il Meridione d’Italia ha cercato di restare attaccato e seguire la crescita del Settentrione d’Italia da alcuni anni non è più così.
I pochi investimenti, la delocalizzazione delle aziende nazionali e internazionali, l’aumento dell’emigrazione di giovani formati all’estero hanno svuotato e fermato il dinamismo del Sud. Non è un profondo rosso perchè c’è ancora l’effetto dei superbonus e dei soldi del Pnrr ma guardando dentro le cifre si può affermare che le regioni e le città del Sud per ricchezza prodotta non se la passano proprio bene.
Poi occorre ragionare anche in prospettiva: l’autonomia differenziata delocalizza alcune materie che prima erano appannaggio nella programmazione dello Stato centrale. Insomma, l’orizzonte non è dei più rassicuranti.
Dati che confortano questo scenario pessimistico è l’analisi Demoskopika che certifica come la forbice Nord-Sud si è ancora di più divaricata. Lo studio fissando il periodo 2013/2023 constata attraverso un indice che è un’unità di misura come nel 2023 si sarebbe consumato il divario più rilevante tra Nord e Sud, totalizzando il valore massimo (100 punti) rispetto al 2013 (92,5 punti) dell’indice.