Il maxi sequestro degli immobili realizzati senza alcuna autorizzazione e concessione a Castel Volturno è solo il primo atto di una inchiesta ben più ampia che promette clamorose sorprese.
Le domande sono tante a cui dare una risposta. Chi ha consentito l’edificazione di una vera e propria cittadella abusiva in spregio a tutte le leggi e normative? Chi doveva intervenire e non è intervenuto? Possibile che nell’arco di oltre 30 anni nessun sindaco, assessore, consigliere comunale si è accorto di nulla? E la stessa magistratura e forze dell’ordine perché non sono intervenute?
Si è cominciato dai container a piccoli manufatti in cemento, per poi negli anni trasformarli in villette a schiera, parchi come nei villaggi vacanza. In pratica quartieri totalmente abusivi realizzati a Castel Volturno, comune del litorale casertano, con lo zampino del clan Belforte di Marcianise. Una strategia di occupazione del territorio cominciata a partire dal 1980, quando ancora la località era presa d’assalto da migliaia di napoletani, casertani, romani e qualche lombardo.
Tutti volevano la seconda casa al mare all’ombra della pineta. Lo scempio ambientale in linea di continuità coinvolge tutte le amministrazioni comunali di tutti i colori politici succedutisi. Ora la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha acceso un bel faro per illuminare gli anni bui e avviato una indagine culminata nel primo step dell’emissione di un decreto di sequestro preventivo per 43 immobili edificati su suolo demaniale, di cui sette occupati da prossimi congiunti dei due capi e fondatori del clan, Salvatore e Domenico Belforte, da anni in carcere.
Nelle villette finite sotto sequestro c’erano, a godersi le vacanze, la sorella e il fratello dei due boss, con i loro stretti parenti, in totale una ventina di appartenenti alla famiglia criminale casertana, tra le complessive 65 persone identificate e sgomberate dai carabinieri e dalla Guardia Costiera dell’ufficio marittimo di Pozzuoli.
Furono proprio Salvatore e Domenico ad iniziare insieme al fratello imprenditore edile, l’edificazione del `villaggio´ alla località Bagnara di Castel Volturno. Il potente clan ha trasformato quel pezzo di di territorio nella propria enclave. Il provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla Procura di Santa Mara Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni e sostituto Nicola Camerlingo) è stato anche convalidato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
L’indagine che ha portato al sequestro è stata voluta dall’ufficio inquirente, ed effettuata dai carabinieri di Mondragone (Reparto territoriale e Tenenza di Castel Volturno) e dalla guardia costiera, anche per dare un segnale alla cittadinanza, dal momento che nessuna denuncia o segnalazione di abusivismo è arrivata alle forze dell’ordine e alla magistratura.