Non si ferma la protesta degli operatori socio sanitari del consorzio di cooperative sociali Gesco di Napoli in pratica buttati in strada dopo anni e anni di lavoro nelle strutture dell’Asl Napoli 1. L’azienda sanitaria senza un motivo plausibile dalla sera per la mattina ha chiuso in anticipo il contratto che li legava con la Gesco. Circa 300 operatori specializzati e da anni impegnati con soggetti fragili sono finiti letteralmente in strada. Non si fermano le manifestazioni e le iniziative quotidiane di protesta.
E ieri mattina i dipendenti del consorzio Gesco hanno messo in atto un sit in davanti al Consiglio regionale della Campania ed hanno incontrato il consigliere regionale Gannaro Saiello del M5S che dopo aver avuto un confronto con una delegazione ha detto: “La giunta si è impegnata a favorire, nell’ambito delle proprie prerogative, il riavvio del confronto tra l’Asl Napoli 1 Centro e il consorzio Gesco. È necessario giungere a una positiva risoluzione della vertenza, in grado di tutelare, nel contesto degli obblighi contrattuali assunti e scongiurando il taglio delle risorse prospettato, il lavoro degli operatori e la proficua collaborazione tra Servizio sanitario e Terzo settore, a garanzia della continuità delle cure. Ci auguriamo che questo ulteriore atto politico serva a garantire un futuro lavorativo certo ai trecento professionisti Gesco che da tempo svolgono un ruolo fondamentale nella filiera assistenziale” – ha detto Saiello-.
A fare il punto della situazione è il fondatore del consorzio Gesco Sergio D’angelo che sottolinea: “L’Asl Napoli 1 ha interrotto anticipatamente il contratto che aveva con Gesco, con un anno e mezzo di anticipo, distruggendo un modello di servizi che ci veniva invidiato in ogni angolo dell’Italia”.
“L’Asl non si sa sulla base di quali pressioni subite, ha deciso di sottoscrivere una convenzione con l’università Vanvitelli e con l’Asl di Caserta per ottenere da loro le due graduatorie residue degli idonei per assumere 300 operatori socio sanitari, causando il licenziamento di altrettanti lavoratori”.
Sulla stessa linea Giacomo Smarrazzo, presidente del consorzio Gesco: “La priorità è il lavoro, sono i servizi che nel frattempo si sono indeboliti in maniera forte, sono le centinaia di pazienti che hanno perso i loro punti di riferimento e sono 300 persone che dal 31 ottobre non stanno più lavorando”.