È morto a 20 anni Corrado Finale travolto volontariamente da un’auto mentre viaggia a bordo di uno scooter assieme ad un amico che è rimasto ferito nello scontro avvenuto a Marano, in via Del Mare. Sembra che sarebbe dovuto essere proprio quest’ultimo l’obiettivo designato del pirata della strada. L’investitore, infatti, non è stato fermato per omicidio stradale ma omicidio volontario e tentato omicidio.
L’uomo avrebbe inseguito i due giovani con l’apposita intenzione di investirli. Il movente, secondo gli investigatori, sarebbe da ricondursi all’astio creatosi a causa della relazione del giovane con la sorella del suo investitore. Già da tempo tra il fratello della ragazza e la vittima ci sarebbero infatti stati dissidi e litigi. Il giorno della tragedia, però, i due si sarebbero incontrati casualmente sulla via del Mare e avrebbero finito nuovamente per discutere.
A quel punto, il presunto omicida avrebbe iniziato a seguire Corrado e il suo amico in scooter con la chiara intenzione di travolgerli. Li avrebbe infatti speronati con la sua auto: lo scooter di Corrado è finito contro un palo e poi su una fioriera. Il conducente dell’auto, una Fiat 500, dopo aver speronato lo scooter non si è fermato a prestare soccorso ma successivamente si è recato in caserma, accompagnato dal suo avvocato. Si tratta di un 19enne nipote di un noto boss di Marano, Castrese Palumbo, elemento di spicco del clan Nuvoletta-Polverino.
“Il modus operandi del 19enne rientra a pieno nello stile camorristico, un delitto d’onore compiuto per difendere il nome della sorella. Marano è tristemente un territorio dove a dettare legge non è lo Stato ma bensì proprio la camorra, il fatto che il comune sia stato sciolto per infiltrazioni camorristiche per ben quattro volte, record italiano, la dice lunga. È una terra dove i clan da decenni hanno il pieno controllo su ogni attività sociale, economica, produttiva, amministrativa e politica, dove si decide sulla vita e la morte delle persone (furono infatti proprio i Nuvoletta, con il consenso di Riina, a decretare la morte del giornalista Giancarlo Siani). Eppure il Governo, per ragioni puramente mediatiche, ha deciso di concentrare tutti gli sforzi sul Parco Verde di Caivano, segno evidente che interessa poco combattere sul serio la malavita organizzata e recuperare i territori abbandonati”- ha dichiarato il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.