Stadio San Paolo, ecco il monopolio dei bibitari: si spendono per acqua e coca-cola fino a 5 euro. Nessuno rispetta la sicurezza

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Occorre darsi una regolata. Farlo in fretta. L’inizio del campionato di calcio è alle porte. Cerimonia finale delle Universiadi 2019, lo spettacolo allo Stadio San Paolo di Napoli non tradisce le attese.

Coreografie, fuochi d’artificio, musica, pubblico caloroso, bandiere, atleti e tanta, tanta bellezza. Come si sa le norme di sicurezza sono norme di sicurezza, si applicano e si rispettano.

All’ingresso dello stadio di Fuorigrotta, il personale addetto controlla zaini, borse e chi è provvisto di bottigliette d’acqua, coca e in generale bevande deve depositarle in un cassonetto come ombrelli, bandiere ovvero oggetti potenzialmente offensivi.

Se vuoi bere e mangiare all’interno dello stadio devi acquistare per forza di cose dai venditori interni. Si tratta di addetti incaricati che indossando una giubba fosforescente, si trascinano i prodotti e sfilano con abilità tra le fila di spettatori, sgusciano tra i sedili, attraversano la folla assiepata, sgattaiolano e vedi spuntarli all’improvviso davanti pronti a porgere la bevanda.

Il problema sono i prezzi. Una bottiglietta di acqua piccola costa fino a tre euro, una di coca-cola o aranciata fino a sei euro per non parlare di biscotti Ritz, Cipster e altro non meno di cinque euro.

La gestione di bibitari all’interno dello stadio è monopolistica e allora come fa a difendersi lo spettatore-consumatore?

Occorre far conoscere il tariffario, informare del costo della merce all’interno dello stadio così da indurre il furbetto di turno a desistere, se ogni tanto gli scappa l’extra per arrotondare.

Un altro suggerimento è dotare ogni singolo addetto di un numero identificativo, così se accade qualcosa la stessa società sa con chi prendersela.

In più c’è da aggiungere un altro fatto: se la normativa vieta di introdurre bottigliette, lattine e tutto ciò che potrebbe essere utilizzato per offendere tanto è vero che all’ingresso si deposita tutto in un cassonetto allora come mai i bibitari, invece, di svuotare il contenuto delle bevande in appositi bicchiere lasciano direttamente al cliente la bibita con l’involucro? E le rigide disposizioni?

C’è il tempo per darsi una mossa, rendere trasparente la vendita e tutelare i consumatori-spettatori.

Del resto proprio dagli spalti dello Stadio San Paolo vendendo bibite ha cominciato la sua brillante carriera il vicepremier e ministro Luigi Di Maio.

Pier Paolo Milanese

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