Affascinati dall’epica del clan. Cresciuti nel ‘mito’ del boss, del capo. L’appartenenza come tratto identitario. Ed eccolo il baby killer che non hanno nulla da perdere e mette in conto anche di finire a sua volta vittima di un agguato. È sempre più far west di deriva sud americana Napoli e la sua ampia cinta metropolitana. A confermare la tendenza è l’ultima inchiesta che ha portato dietro le sbarre un 14enne accusato di tentato omicidio e di aver agevolta il clan.
Il minore avrebbe partecipato a un agguato di camorra. Sono stati gli agenti della polizia e dell’Arma dei carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni di Napoli, a rintracciarlo e sottoporlo a fermo. L’accusa è di concorso in tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso di un 19enne. Le indagini, condotte dai Falchi della squadra mobile di Napoli e dai militari del nucleooperativo della Compagnia carabinieri Napoli Stella, hanno permesso di raccogliere gravi indizi nei confronti del 14enne.
La notte dello scorso 21 luglio alle 3 e 30 in sella a uno scooter, c’è il 19enne e un amico. Sono diretti in via Foria, in direzione di piazza Carlo III. Vengono avvicinati da uno scooter con in sella due giovani che indossavano uno scaldacollo per travisare il volto che, dopo aver inveito contro di loro senza motivo, aprirono il fuoco. Con il 14enne c’è un 16enne, già finito in manette per altro durante le indagini. Un agguato per rimarcare la zona e affermare il potere sul territorio. La vittima si salva solo grazie a un delicato intervento chirurgico.
Per gli inquirenti non ci sono dubbi: avrebbero fatto fuoco per “agevolare l’attività di un’organizzazione criminale emergente nella zona delle Case Nuove” e orbitante attorno al clan Contini. Dopo il ferimento le indagini si indirizzano attorno al minorenne. La polizia lo cerca nella casa materna e in quella del fratello maggiorenne sottoposto ai domiciliari. Entrambe le abitazioni erano state abbandonate. Quella del fratello maggiore era stata ‘visitata’ e messa a soqquadro. Il giovane interrogato dai carabinieri spiegò che era scappato-evaso per timore di una vendetta da parte di esponenti di un clan del centro storico che stavano cercando il fratello minorenne, ritenendolo responsabile del ferimento di un loro uomo.

Proprio quel 14enne era stato segnalato perchè agiva con una paranza che giravano armati, facendo furti e rapine. E sempre il minorenne è sospettato di aver partecipato a una ‘stesa’ in piazza San Eframo Vecchio il 23 luglio scorso. C’è un’altra circostanza prima dell’arresto di ieri, la madre del minore chiede di parlare agli inquirenti preoccupata per il figlio.
Ma quest’ultimo venuto a sapere invia alla madre alcuni messaggi di minaccia per averlo fatto rintracciare “dalle guardie” a casa di un giovane ras delle Case Nuove. Insomma, a detta della mamma, il 14enne era affascinato dal contesto criminale e dal gruppo tanto da farsi tatuare sulle mani le iniziali del ras delle Case Nuove.
E da una annotazione della Squadra Mobile si legge che sempre il 14enne è sospettato di aver accoltellato un giovane ad Ibiza all’interno del locale Hard Rock, durante una rissa avvenuta nel mese di agosto. Per gli inquirenti, “il potenziale calibro criminale di questo ragazzo giovanissimo è allarmante” sia in relazione al fatto che è un minore, sia per la sua frequentazione con personaggi vicini al clan Contini. Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla procura per i minorenni di Napoli ed è stato convalido dal gip del tribunale competente. Il giovane è stato poi trasferito nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei.