Era in vacanza a Ibiza in Spagna. Ieri sera non appena è atterrato, i carabinieri del nucleo operativo di Poggioreale lo hanno arrestato all’aeroporto di Capodichino. In manette è finito Fabio M., sfuggito al blitz anti-usura che ha portato in carcere 15 persone perché praticavano tassi usurari fino al 240 per cento.
La banda che operava nella zona di via Stadera approfittava del vizio del gioco ma anche delle difficoltà economiche dei titolari di attività commerciali oppure di persone che erano impossibilitate ad ottenere un prestito dalla banca per estorcere soldi, sotto forma di interessi dopo vari prestiti, senza farsi alcuno scrupolo. Con tassi che arrivavano fino al 240%. Le vittime, un medico e un dipendente di un ministero, mantenevano un tenore di vita piuttosto alto ed entrambi erano schiavi del gioco.
La denuncia è stata fondamentale in quanto ha consentito di fare luce sulle attività usuraie della banda, collegata in qualche modo al clan Contini, e anche sulle conseguenti richieste estorsive. Oltre alla denuncia per l’inchiesta, è stato fondamentale il ritrovamento un libro dove era annotata la contabilità. Il registro mastro era nascosto sotto il materasso di una delle persone indagate. La banda è stata sgominata dai carabinieri su misura cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea. Nelle annotazioni sequestrate gli investigatori dell’arma hanno trovati nomi, cifre e date. Secondo quanto emerge dalla denuncia, le vittime erano ormai da circa dieci anni sotto il ricatto degli “usurai della Stadera”.

“Le recenti operazioni della Procura di Napoli e delle forze dell’ordine dimostrano chiaramente che lo Stato è presente e forte nella lotta contro la criminalità organizzata. Questo deve essere un incoraggiamento per tutte le vittime di usura ed estorsione. Denunciare è fondamentale per porre fine al ricatto criminale. Chi si rivolge alle istituzioni non è solo: lo Stato è al loro fianco, e le associazioni antiracket e antiusura offrono tutto il supporto necessario, dalla consulenza legale all’assistenza per l’accesso al Fondo di Solidarietà per il ristoro dei danni subiti” – spiega Luigi Cuomo, presidente di SOS Impresa-Rete per la Legalità -.
“Fidarsi dello Stato è la strada giusta. Le forze dell’ordine e la magistratura sono in prima linea per proteggere chi denuncia, e SOS Impresa è qui per accompagnare le vittime nel loro percorso di liberazione dalla criminalità. Ora più che mai, è il momento di alzare la testa e dire basta al racket e all’usura” – conclude il presidente di SOS Impresa-Rete per la Legalità -.