Con una sentenza storica, il Tribunale di Napoli ha riconosciuto per la prima volta l’esistenza del clan Pariante nei comuni di Bacoli e Monte di Procida, confermando il controllo esercitato per anni sulla gestione degli ormeggi, il traffico di droga, il racket delle estorsioni e perfino le infiltrazioni nelle amministrazioni comunali locali.
L’inchiesta, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Pozzuoli sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato alla condanna a 6 anni e 8 mesi di carcere del boss Rosario Pariante, ex esponente di spicco del cartello di Secondigliano e successivamente degli Scissionisti di Scampia. Inoltre, altre otto persone tra cui imprenditori locali e un ex dipendente del Comune di Bacoli, sono state rinviate a giudizio per associazione mafiosa (art. 416 bis c.p.).
Grazie alle indagini, è stato possibile ricostruire vent’anni di attività criminale, durante i quali il clan ha imposto la propria egemonia su ogni settore redditizio del territorio: estorsioni a imprenditori e commercianti, controllo del mercato ittico e degli specchi d’acqua a Baia, Miseno e Acquamorta, traffico di droga con il quartiere di Secondigliano, gestione di parcheggi abusivi e piazze di spaccio, mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie, infiltrazioni negli organismi amministrativi locali.
SOS IMPRESA – Rete per la Legalità esprime grande soddisfazione per questo importante risultato, che segna un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata nei Campi Flegrei. Il riconoscimento dell’esistenza di una vera e propria organizzazione mafiosa in questi territori, fino ad oggi considerati estranei alle dinamiche delle grandi consorterie camorristiche, dimostra ancora una volta la determinazione dello Stato nel contrastare le infiltrazioni criminali a tutti i livelli.
Rivolgiamo un sentito ringraziamento alla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli e ai Carabinieri di Pozzuoli, che con il loro lavoro instancabile hanno svelato e portato in tribunale la verità sulle dinamiche mafiose che hanno soffocato per anni il tessuto economico e sociale di Bacoli e Monte di Procida.
Questa sentenza rappresenta un primo passo fondamentale, ma è necessario proseguire con ancora maggiore forza nel contrasto alle attività criminali per restituire a questi territori una vera libertà economica e sociale. Ci aspettiamo ulteriori successi dello Stato e della giustizia, perché solo con una lotta costante e determinata possiamo finalmente liberare le comunità locali dal giogo della camorra.