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IL LUPO PERDE IL PELO ma non il vizio. Alfredo Romeno, l’ineffabile imprenditore già condannato in Appello al carcere per corruzione torna alla carica. Dopo aver consegnato al Comune di Napoli tir di documenti di anni e anni di gestione in appalto del patrimonio pubblico e non rassegnatosi dall’aver perso la concessione si è rivolto al tribunale amministrativo regionale per contestare la decisione dell’amministrazione guidata da Luigi de Magistris e riprendersi il Patrimonio Immobiliare Pubblico di proprietà del Comune di Napoli.

Sostanzialmente Romeo ricorre al Tar contro la decisione del Comune di Napoli di affidare la gestione del patrimonio alla Napoli Servizi. Con un’intervista teleguidata a firma di Pietro Treccagnoli sulle pagine de “Il Mattino”, il Romeo imprenditore seduttore come al solito e senza contraddittorio dice quello che gli pare inventandosi un sacco di baggianate. Questo signorotto per 22 anni ha fatto quello che voleva con la benedizione prima del sindaco Antonio Bassolino poi di Rosa Russo Iervolino.

Affari, affari e ancora affari. Romeo ha sempre piegato le strutture elettive-politiche-burocratiche ai suoi desideri ovvero interessi. Non per caso uno come Italo Bocchino adesso è un suo dipendente. É attento alla comunicazione e al taroccamento della realtà, evita i passi falsi.

Un esempio: in questi giorni ha rimandato indietro una troupe di Report. Paura? Forse sì. Mentre per i giornalisti napoletani è sempre disponibile tanto più sdraiati di Marco Demarco e Pietro Treccagnoli non c’è nessuno. Romeo è pratico. Quando c’era tangentopoli, dopo una breve latitanza, al magistrato che lo interrogava disse: “I politici mi saltavano addosso come cavallette chiedendomi un sacco di piaceri che non potevo rifiutare”. Insomma non si capisce cosa vuole questo prenditore.

A proposito, il suo albergo in via Colombo continua ad espandersi ingurgitando marciapiedi e strada pubblica: perché gli uffici comunali non controllano se tutto è in regola?

Genny Attira
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La scheda: I guai giudiziari di Romeo


TRE ANNI DI RECLUSIONE
per Alfredo Romeo. L’inchiesta è quella della Global Service, dal nome della delibera varata dalla Giunta, all’epoca dei fatti, guidata dal sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, per la manutenzione delle strade comunali che stava per essere assegnata proprio al gruppo Romeo e che invece rimase lettera morta per mancanza di fondi.

La Procura partenopea ipotizzò che il manager fosse in grado di manovrare attraverso prebende e piaceri di vario tipo alcuni assessori in cambio di appalti su misura.

I pm chiesero dieci anni di condanna, ma il Tribunale, in primo grado, lo ha assolto dalle accuse più gravi, infliggendogli “soltanto” due anni per un singolo episodio di corruzione relativo a un’assunzione.

Al termine del processo di appello è stato condannato, oltre che per il capo M (corruzione in concorso con l’ex provveditore alle opere pubbliche Mario Mautone) anche per i capi F e G(turbativa d’asta e rivelazione di segreto). Nonostante le condanne Romeo è titolare di concessioni pubbliche e gestisce servizi di riscossione. Qualche incompatibilità ci sarebbe, sembra.

Leggi gli altri articoli del N. 14 di Ottobre/Novembre 2013 – II ANNO


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