Un appello alla città perché non lasci che Gesco chiuda dopo oltre trent’anni, messo in crisi dalla Asl Napoli 1 Centro che sta costringendo il gruppo di imprese sociali a licenziare i suoi operatori storici. Una vicenda complessa, che dopo mesi di trattative e di tentativi di interlocuzione con l’azienda sanitaria locale, ha visto oggi il gruppo fondato da Sergio D’Angelo nel 1991 e presieduto da Giacomo Smarrazzo, dichiarare pubblicamente lo stato di crisi.
“La Asl ci ha informato della volontà di voler recedere dal contratto di affidamento dei servizi socio sanitari con oltre un anno di anticipo sui termini di scadenza, che erano fissati al dicembre 2025. Questa scelta ha conseguenze molto pesanti sulle tenuta di Gesco, mettendo a repentaglio la continuità del lavoro del gruppo”, ha dichiarato in conferenza stampa al ristorante Il Poggio il presidente Giacomo Smarrazzo.
“Il nostro è un grido di allarme che lanciamo alla città e a tutte le sue forze sane e positive, dalle istituzioni ai partiti, al terzo settore stesso, affinché siano con noi in questa battaglia, che vuole mettere al centro il bene comune e salvaguardare non solo il lavoro di centinaia di operatori socio sanitari, ma anche la continuità dell’assistenza ai sofferenti psichici, agli anziani e alle persone più fragili”. Smarrazzo ha annunciato inoltre che Gesco intende chiedere l’intervento del Prefetto di Napoli per scongiurare che la crisi Gesco si trasformi in una più ampia crisi sociale.
“Gesco sta alla città di Napoli come la Fiat stava alla città di Torino – ha ricordato Sergio D’Angelo – da noi lavorano mille e 500 operatori, in una famiglia su 3-4 in città c’è un operatore Gesco. Quello che sta accadendo, perciò, non riguarda solo i 300 dipendenti che corrono il rischio di essere licenziati, ma ogni napoletano. Anzi, il licenziamento di tante persone la farà diventare una vertenza di rilievo nazionale”.
E sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello : “La decisione dell’Asl Napoli 1 Centro di rescindere in modo unilaterale il contratto che la legava al gruppo Gesco fino alla fine del 2025 ci preoccupa notevolmente. Questa scelta mette a rischio il futuro lavorativo di 300 operatori sociosanitari, aggravando ulteriormente l’emergenza occupazionale che già affligge la nostra regione e pregiudicando la qualità dell’assistenza sanitaria”.
“L’Asl di fatto contraddice le indicazioni previste dalla mozione che io stesso ho presentato in Consiglio regionale e che è stata approvata dall’Aula. Provvedimento che prevede la sospensione di ogni procedura in corso e la valorizzazione degli operatori del terzo settore attraverso una riserva di posti nelle strutture sanitarie non superiore al 50% di quelli disponibili. Il nostro impegno per la tutela di questi lavoratori è iniziato molto tempo fa, con un’interrogazione e poi una mozione che ha fatto da apripista ad altre successive. Chiediamo dunque alla Regione di intervenire e all’Asl di rivedere la propria decisione. È di importanza vitale salvaguardare la continuità assistenziale e tutelare il lavoro di centinaia di professionisti che hanno acquisito notevoli competenze durante l’emergenza pandemica da Covid-19” – conclude il consigliere Saiello.