L’ora è stata fissa. Alle 17 precise oggi a Palazzo Santa Lucia ci sarà un summit. Le convocazioni sono state fatte direttamente dal vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola. Una riunione con i capigruppo dei partiti della maggioranza in Consiglio regionale che sostengono il presidente Vincenzo De Luca. Un incontro che sulla carta è volto a programmare gli obiettivi da realizzare nel fine legislatura regionale.
A presiedere ci sarà lo stesso De Luca. È chiaro che si parlerà del terzo mandato, dell’opposizione all’impugnativa del Governo Meloni contro la legge approvata in Regione che consentirebbe a De Luca di candidarsi nuovamente alla guida dell’esecutivo regionale. Ma soprattutto della situazione politica e dei possibili scenari e orizzonti. Ci sono tante questioni complesse e tanti da nodi da sciogliere. Fra tutti è la presa d’atto che il Partito Democratico con la segretaria Elly Schlein che ha ribadito la ferma volontà dello stop alla candidatura per un terzo mandato.
Il partito del Nazareno è proiettato nello sviluppare una piattaforma programmatica aperta a tutte le forze progressiste e del centro sinistra, compresi il M5S e Sinistra Italiana, attualmente all’opposizione dell’esperienza amministrativa di De Luca, insieme cercare un candidato.
Insomma, possono i vari Mario Casillo, Loredana Raia, Lello Topo, campioni di preferenza, appoggiare fino alla fine l’eventuale corsa solitaria di De Luca contro tutto e tutti e trovarsi fuori dallo stesso PD con il senso di colpa di aver favorito la vittoria del centro destra? Una responsabilità non da poco.
Sono ore febbrile con i vertici del Nazareno che le stanno tentando davvero tutte le mediazioni per cercare di isolare politicamente De Luca, ereditare e disarticolare il suo ‘sistema di potere’. L’idea è la sottoscrizione di un patto con i ‘campioni del consenso’. Congiuntamente i pontieri stanno costruendo un percorso dignitoso da offrire allo stesso ex sindaco di Salerno, una exit emergency di valore. Ci riusciranno? Dipende da ciò che sarà promesso, in termini politici, ai portatori dei voti deluchiani.
C’entrano poco i cacicchi, il capibastone, i signori delle tessere, cosiddetta ‘rivoluzioni’ coincide con l’uscita di scena di De Luca dal potere della Campania.