Sono trascorse 72 ore dalla manifestazione catartica, di purificazione e rinascita politica di piazza del Popolo per l’Europa a Roma.
Un clima festoso, ecumenico in cui paci-finti, Gne-Gne, pagnottisti, radical chic, élite, apparenti leader, parlamentari, eurodeputati, sindaci, sindacati, artisti, cantanti, cantautori, giornalisti vate, vip, volti noti e meno, personaggi in cerca d’autore, tutti afratellati con accesso diretto, unico requisito possedere un tasso di narcisismo di tipo ipertrofico, al bakstage e al palco per enunciare roboanti e retoriche omelie (costi organizzativi oltre 250mila euro).
A distanza debita e rigorosamente dietro le transenne c’erano i cittadini con i loro kit di bandierine, cappellini e spillette blu con stelle europee rigorosamente made in Cina.
Appunto dopo 72 ore cosa è cambiato al netto di selfie, inteviste, tik tok, post e le solite chiacchiere in formato panna montata a favore di telecamera ? Niente.
Nel frattempo Netanyahu deliberatamente decide di interrompere la tregua e riscatenare una carneficina contro inermi civili palestinesi accampati in tende sistemate sulle macerie delle loro case a Gaza.
È puro orrore: Oltre 400 morti, molti sono donne e bambini, e 500 feriti. Un attacco criminale ordinato da un governo delegittimato che non rappresenta per nulla il popolo israeliano che proprio in queste ore assedia il palazzo fortezza dove si nasconde Netanyahu e la sua banda.
È chiaro: l’obiettivo non sono le belve di Hamas ma la povera gente. Anche su questo come sulla mattanza Ucraina, l’Europa dell’orgoglio politico e degli Stati non è pervenuta.