Nessuno scherzo, le ripetute minacce sotto l’abitazione del giornalista Mimmo Rubio erano intimidazioni ordinate dai boss per zittire il cronista che raccontava gli affari del clan e i rapporti con la politica. A distanza di sette anni da quelle minacce e gravi atti intimidatori sono stati rinviati a giudizio due presunti boss della camorra del rione 167 di Arzano. Queste le motivazione investigative che hanno portato il gip del Tribunale di Napoli Antonino Santoro a disporre il rinvio a giudizio a carico di Giuseppe Monfregolo e Antonio Alterio, entrambi detenuti, ritenuti esponenti di spicco del crimine organizzato nel rione di alloggi popolari alle porte di Napoli.
Una serie di episodi criminali messi in atto per fermare l’attività giornalistica di Mimmo Rubio che sul suo giornale Arzano News dettagliava, raccontava con dovizia di particolari i movimenti e le azioni dei vertici della camorra. Un lavoro certosino, minuzioso che dava fastidio e metteva a rischio il potere del clan sul territorio di Arzano ma anche evidenziava le collusioni e le vicinanze del ‘mondo di mezzo’ con la camorra. Motivo che spinsero i capi clan a decidere che quel cronista andava ‘avvertito’. ‘educato’ e contrastato con ogni mezzo. Nel mirino finì l’abitazione del giornalista.
Nel cuore della notte, venivano sparati batterie di fuochi d’artificio oppure lanciati petardi e ancora un episodio in cui un auto lanciata a folle velocità contro una vettura in sosta sotto il balcone del cronista. E ancora caroselli di moto e auto nel pieno della notte oppure in occasione della zona rossa ad Arzano per il Covid venne organizzata una finta protesta che si trasformò in un assedio sotto il palazzo di Rubio. Un martellamento per dare un segnale e intimidire chi scriveva ossia Rubio che ogni giorno con precisi resoconti giornalistici svelava le strategie criminali del clan.
A rafforzare il quadro investigativo ci sono anche le dichiarazioni del boss pentito Pasquale Cristiano, noto come Pikstik.
Il cronista da anni è sotto scorta, guardato a vista dagli agenti solo per svolgere il suo lavoro. Sul suo Arzano News denunciava ogni giorno le malefatte del gruppo di fuoco collegato con il clan degli scissionisti di Scampia usciti vincitori dalla sanguinosa faida contro i Dilauriani.
Il 7 maggio ci sarà la prima udienza dove oltre allo stesso Mimmo Rubio si costituirà parte civile Fnsi e Sugc che avvisano: “Bisogna mantenere alta l’attenzione sui giornalisti minacciati dalle mafie”.