“Napoli farà di tutto per tutelare l’immenso patrimonio che il maestro ci ha lasciato”. Lo dice l’assessora del Comune di Napoli Teresa Armato presente al foyer del Teatro San Carlo dove è esposto il feretro del Maestro Roberto De Simone.
Peccato che la stessa Armato quando era assessora regionale della Giunta guidata da Antonio Bassolino non risposte alla richiesta di De Simone che chiedeva la concessione del logo dell’Ente di via Santa Lucia. È il Maestro che lo racconta in una intervista al settimanale l’Espresso del 2010.
“A proposito della raccolta ‘Sono sei sorelle. Canti e rituali della tradizione in Campania’ (Squilibri edizioni). Non è un caso se su quest’opera non c’è il sigillo della Regione Campania. Nove anni fa mi rivolsi all’assessore regionale Teresa Armato, alla quale fui indirizzato da Bassolino. Niente ne seguì. Badi bene, non chiedevo soldi, ma il logo, il sostegno morale, per un’opera che scrive della mia gente, che mai più potrà essere rappresentata in questa maniera, per il tipo di ricerca svolta, per il venir meno di certe tradizioni”.
Forse ha ragione il maestro Riccardo Muti quando dice a proposito della scomparsa di De Simone: “Napoli, però, è stata ingrata con lui, non gli ha mai concesso riconoscimenti, non gli ha mai dato quel teatro per costruire la scuola vocale che sognava di realizzare. Il suo spirito libero, il coraggio di non nascondere le proprie opinioni e lanciare strali ogni volta che lo riteneva opportuno, ne hanno fatto un profeta non amato in patria. Ora si verseranno lacrime di coccodrillo, ma la sua scomparsa dà un colpo alla crisi della cultura partenopea proprio mentre, ironia della sorte, si celebrano i 2500 anni di storia. Mi auguro gli dedichino al più presto una strada o una piazza importanti”.