LE FAMIGLIE NEGLI ALLOGGI confiscati alla camorra. Si tratta di due appartamenti sottratti, con sentenza definitiva, al clan Polverino e già da tempo sgomberati.
I locali sono ubicati in via Marano Pianura, all’interno del parco del Sole, nella zona collinare della città. In pratica nel feudo storico del clan che fa capo a “Peppe ‘o barone”, il super boss arrestato in Spagna e in carcere dal 7 marzo del 2012.
Gli immobili oggetto di confisca (due appartamenti e altrettanti box) erano di proprietà della “Pol Carni”, ma a tutti gli effetti facevano parte dell”immenso patrimonio immobiliare gestito dalla holding criminale egemone tra Marano, Pianura e Quarto. Il verbale di consegna è stato sottoscritto, nei giorni scorsi, alla presenza dei vertici dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e dei rappresentanti del Comune, retto da oltre un anno dal commissario straordinario Gabriella Tramonti.
L’idea, già contemplata nel verbale di destinazione d’uso, è quella di renderli fruibili per le fasce meno abbienti della città: in pratica residenti a basso reddito che rientreranno nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi per l’edilizia economico-popolare.
Il patrimonio immobiliare dell’ente comunale si arricchisce, insomma, di ulteriori strutture confiscate alla camorra, raggiungendo la ragguardevole cifra di oltre 100 proprietà: ville, box, terreni sottratti alle potenti organizzazioni criminali della zona, alcune delle quali – dopo anni di immobilismo – saranno finalmente affidate alle numerose associazioni di volontariato e del terzo settore che operano sul territorio.
Tra queste la lussuosa villa, con annesso giardino, ubicata in via Marano-Quarto e già da tempo liberata dagli ex occupanti. I locali saranno gestiti dall’associazione Aggregarci, che tenterà di ripercorrere le orme della Nuova cucina organizzata (Nco), il ristorante e centro di recupero per disabili mentali di San Cipriano d’Aversa ideato e fortemente voluto da una cooperativa antimafia.
Un altro protocollo d’intesa è stato invece siglato tra l’Ente comunale e il Consorzio Sole, in questo caso per la realizzazione di un programma di riutilizzo a fini sociali di due terreni (due vigneti), entrambi situati nella zona periferica della città. Il tempo delle inerzie sul fronte del riutilizzo dei beni confiscati, dunque, sembra essere definitivamente alle spalle, anche se le incognite per il futuro non mancano di certo.
Cosa accadrà una volta ritornata al suo posto la politica? Cosa ne sarà della linea tracciata dal commissario prefettizio Gabriella Tramonti? Domande a cui è difficile rispondere. Quel che è certo è che, da qualche mese a questa parte, le operazioni di sgombero degli alloggi confiscati hanno subito un’importante e decisiva accelerazione.
Proprio nei giorni scorsi, al termine di un estenuante iter giudiziario e amministrativo, il Comune è riuscito a portare a compimento le operazioni di sgombero in due distinte abitazioni: in un caso erano occupate dagli eredi di un ramo della famiglia Simeoli e nell’altro da un ex prestanome del clan Polverino.
Ferdinando Bocchetti