Sono già 30 anni. Era il 23 settembre del 1985 quando i killer della camorra trucidarono Giancarlo Siani mentre si trovava a bordo della sua Mehari.
Un omicidio che nonostante le condanne definitive resta avvolto ancora da una nebbia fitta fitta. I capiclan e per conto loro i sicari neppure immaginavano paradossalmente che quell’agguato avrebbe dato ancora più forza a Giancarlo Siani, il giornalista de Il Mattino, in attesa di contratto che investigava e raccontava i segreti delle cosche di Torre Annunziata.
Nel suo nome, grazie al fratello Paolo, ne resta forte il ricordo e l’esempio. Almeno tre generazioni di cronisti hanno seguito le sue orme. Avendo un solo obiettivo: narrare la verità.
Non è semplice. Quasi sempre la verità dà fastidio. Perfino a chi è schierato per mestiere nell’affermazione della legalità.
Il giornalista ha un solo dovere : raccontare e documentare i fatti. Chi fa altro, all’interno della stessa professione, non è un giornalista. Tanto per essere chiari.
Ma Giancarlo davvero sembra vivere oltre la morte. Non si tratta di trascendenza ma di segnali inequivocabili.
L’ultimo episodio è accaduto nel corso della preparazione di un documentario. Un autore mentre frugava nelle teche Rai a caccia di materiale d’epoca si è imbattuto in un filmato girato da una troupe di un Tg per un servizio su di un corteo anticamorra a Torre Annunziata. Tra i partecipanti si scorge l’inconfondibile Mehari. Si, proprio la Mehari. A guidarla è Giancarlo, che seguiva da inviato de il Mattino la manifestazione di protesta pochi giorni dopo la strage di Sant’Alessandro.
Un’immagine inedita trovata sotterrata negli archivi dal gruppo di lavoro che per conto di Rai Storia ha prodotto il documentario curato da Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano “L’estate sta finendo – storia di Giancarlo Siani” e in onda mercoledì 23 settembre, alle ore 21.30, su Rai Storia tasto del digitale terreste 54.
Un fotogramma dove si vede Giancarlo con una camicia a mezze maniche di colore rosso che a passo d’uomo segue il corteo. Un frammento che ci restituisce il volto giovane, spensierato di Giancarlo, semplicemente un ragazzo che amava raccontare le notizie con lo sguardo di chi cerca solo la verità.
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