Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel consueto discorso di fine anno ha manifestato angoscia per la sorte della giornalista Cecilia Sala, arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre e tenuta in una cella senza una precisa accusa da parte della Repubblica Iraniana.
Il sospetto-certezza è che la cronista sia stata fermata per l’arresto in Italia di un ingegnere iraniano su segnalazione degli americani. In pratica un ostaggio per indurre l’Italia a concedere gli arresti domicialiri e negare la consegna dell’ingegnere agli Usa. Un intrigo internazionale che preoccupa al punto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convoca urgentemente l’ambasciatore iraniano.
“Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’Ambasciatore iraniano a Roma. Il Governo, come dal primo giorno dell’arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia ei suoi genitori non saranno mai lasciati soli”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Dal carcere di Evin a Teheran dove è detenuta Cecilia Sala si è appreso, che la 29enne italiana dorme per terra, non ha un materasso e non ha ricevuto nessun pacco e nemmeno i quattro libri richiesti. Neppure la mascherina per proteggere gli occhi dalla luce sempre accesa e non le è stato consentito di mettere gli occhiali da vista.
Dicevamo che la giornalista italiana è usata come una pedina per un ipotetico scambio con Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere arrestato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre dietro mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti, che ora hanno chiesto l’estradizione.