Un silenzio pieno di parole, di pensieri e di suppliche. Sono seduti gli uni accanto agli altri. Insieme tutti insieme per sorreggersi, per farsi coraggio con le mani nelle mani e gli occhi sempre più lucidi. È il dolore che sale, tracima. Sofferenza e incredulità. “Non è giusto, non è possibile, non è vero. È solo un incubo. Tra poco passa tutto”.
La Chiesa di San Vitale in piazza San Vitale a Fuorigrotta è gremita come non mai. Sono per lo più giovani, adolescenti. Sono tantissimi. Il parroco neppure ci è abituato. Ogni tanto lancia lo sguardo e scruta i loro volti belli, puliti e disperati. Molti di loro forse ci avevano messo piede anni e anni fa, forse ancora indossavano l’abito della comunione! Ma ora ci sono tutti, per il loro amico.: Domenico, appena 17 anni, combatte come un leone in Rianimazione all’ospedale Cardarelli. È attaccato alle macchine da domenica notte 2 febbraio 2025, quando un terribile quanto assurdo incidente piomba sulla sua sua vita alla stessa folla velocità di chi lo ha investito.
Era uscito con gli amici della comitiva, per lo più compagni di classe del suo Liceo “Arturo Labriola” di via Terracina a Fuorigrotta. Giusto quattro passi tra Piazza dei Martiri, Piazza Vittoria e la Riviera di Chaia prima di cominciare la settimana scolastica, forse per festeggiare, in maniera più che meritata, la fine del primo quadrimestre. In gruppo raggiungono le strisce pedonale di viale Dohrn, nella zona di Mergellina, all’altezza degli chalet dei Pini stanno per attraversare.

Sbuca improvvisa una Mini Cooper guidata da un 19enne. Sembra impazzita. La velocità è elevatissima. Pochi istanti è accade l’inenarrabile. Domenico viene travolto. Il corpo si solleva di peso e ricade sul tettuccio dell’auto. Una scena di una violenza agghiacciante. È tragedia, dramma. Domenico è gravissimo. Viene trasportato all’ospedale Cardarelli in codice rosso. Le sue condizioni appaiono subito disperate. Domenico combatte per sopravvivere. Gli studenti del Liceo “Arturo Labriola” hanno issato uno striscione su cui vi è scritto : “Domenico tieni duro”. Ogni giorno stanno accanto a lui: c’è chi staziona davanti alla palazzina dove c’è il reparto di rianimazione, poi ci sono i gruppi di preghiera. Accanto agli studenti anche il corpo docente, la dirigenti del liceo, il personale non docente e gli amici di sempre.

Nella chiesa San Vitale il silenzio è irreale. Ci sono quelli che lo conoscono da sempre e quelli che non lo hanno mai visto. Persone comuni spinte qui dalla necessità di stringersi al dolore della famiglia, degli amici, di essere comunità.
“Credetemi è difficile anche per me trovare le parole – afferma il parroco durante l’omelia – Quella che più risuona nella mente di tutti noi è ‘perché?’, ‘perché l’incidente?’, ‘perché ancora non si sveglia dal coma?’. Ragazzi, questa storia deve insegnarvi che non dovete sprecare nemmeno un attimo della vostra vita. Il vostro amico stasera ha fatto il miracolo di radunarci tutti quanti qui per pregare per lui e vuole ribadirci che la vita ha un valore enorme, e va vissuta in ogni attimo intensamente, per le cose che contano, eliminiamo tutto il superfluo!”.
La chiesa continua a riempirsi, si trova a malapena un posto in piedi, ragazzi con i caschi in mano, ragazzi che si stringono le mani tra un banco e l’altro, c’è bisogno di stare uniti per farsi forza. Tutti lo conoscevano e non hanno voluto mancare l’appuntamento con la preghiera. Le mani strette le une con le altre per farsi coraggio, forza, per stare accanto e invocare come dice qualcuno un miracolo che salvi Domenico.