“Purtroppo Domenico è volato in cielo”. Il messaggio corre veloce sulle chat del liceo scientifico Artuto Labriola di Napoli dove Domenico era rappresentante d’istituto.
Genitori, studenti, docenti: per tutti è uno choc. Il messaggio che mai avrebbero voluto ricevere. Solo ieri sera si era tenuta la veglia di preghiera per sperare nel miracolo di una guarigione nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, gremita come non mai.

Il parroco dall’altare aveva invitato i tanti giovani presenti a non sprecare la vita, a vivere intensamente, a pregare per il loto comune amico. Invece, Domenico non ce l’ha fatta.
A distanza di una settimana da quel terribile incidente sul lungomare di Napoli, all’altezza dello Chalet dei Pino, ha smesso di lottare. Troppo forti le conseguenze dell’impatto sul suo fisico.

Un fisico sportivo, allenato sui campi di basket, pronto a passare la palla e fare canestro e a condividere con i compagni la gioia di una vittoria o la delusione di una sconfitta.
Domenico, un ragazzo che incarnava i valori della socialità e dell’impegno. E, invece, a distanza di una settimana di terribile sofferenze, la speranza si spegne. Il dolore si fa macigno.

Le lacrime sgorgano copione e non c’è verso di trovare una risposta al perché di un incidente assurdo. Il processo chiarirà la dinamica dell’accaduto, i giudici assegneranno le responsabilità, i politici apriranno dibattiti sui limiti di velocità nei centri storici ma intanto lunedì mattina il suo banco a scuola rimarrà vuoto per sempre.
Non si può morire così. Non posso volare via i sogni a 17 anni! Un liceo intero è in lutto, tutto il quartiere di Fuorigrotta lo piange. Davvero mai più. Mai più!