UN BOTTA e risposta tra il maestro De Simone e la soprintendente Purchia diventa occasione per parlare del Massimo napoletano e lanciare il grido d’allarme: “I conti sono in rosso per i troppi debiti ereditati dalle gestioni passate”. Nastasi denuncia: “I tagli incidono sul futuro dei teatri italiani” “Vorrei fare un appello a tutti i napoletani e campani: abbonarsi ad un’istituzione culturale come è il teatro San Carlo è un atto civile e sociale. É il vero atto rivoluzionario che oggi possiamo fare.
L’idea che il San Carlo sia per pochi, per un’ élite, che costi tanto è da sfatare. C’è un pubblico nuovo che dobbiamo solo andare a cercare sul territorio”.
A “comiziare” dalle colonne del “Corriere del Mezzogiorno” è Rosanna Purchia, soprintendente dell’Ente lirico partenopeo, per rispondere al maestro Roberto De Simone che aveva criticato gli attuali vertice del Teatro, il discutibilissimo livello di conduzione artistica e i guasti arrecati nei lavori di ristrutturazione del Massimo napoletano.
La Purchia è una brava signora con amici importanti. Uno per tutti è Salvo Nastasi, (l’enfant prodige di Gianni Letta), dominus del ministero per i Beni e le Attività Culturali, ex commissario straordinario e ora consigliere del nuovo cda del San Carlo, nonché marito di Giulia Minoli, figlia del più famoso Mixer-Giovanni, casualmente nominata dall’allora commissario (il Nastasi cioè il consorte) responsabile del neonato “Museo e Archivio Storico del Lirico partenopeo”.
La soprintendente snocciola cifre economiche da brivido del Teatro tra i più antichi d’Europa. “Abbiamo debiti per 19 milioni di euro, un mutuo di 7 milioni di euro contratto in passato per finanziare le attività, un milione e mezzo di interessi passivi all’anno. Ulteriori due milioni di euro di debiti nei confronti dei lavoratori che avevano una pensione aggiuntiva”.
Numeri che mettono i brividi, dovuti principalmente a precedenti gestioni dissennate e alla significativa decurtazione di risorse statali come lo stesso Nastasi ha denunciato al Tg3 linea notte.
Le domande – a questo punto – sono molte. Perché Nastasi nella sua funzione di commissario straordinario del San Carlo con una situazione economica così disastrosa ha creato strutture e dato vita ad iniziative poco remunerative per il Massimo napoletano? Perché e come sua moglie Giulia Minoli è diventata tra i responsabili del “Museo e Archivio Storico del Lirico partenopeo”? Quando guadagna?
Ecco, le critiche del maestro De Simone non sono proprio infondate, anzi al contrario meriterebbero rispetto e più che altro delle risposte documentate.
Pier Paolo Milanese