Ivan Castiglione, passione, esperienza, impegno civile nei suoi personaggi "Il mio modello di riferimento sono stati sempre i grandi attori americani, che fanno sempre teatro,cinema e ora alcune serie TV"

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Si è da poco conclusa la serie televisiva “Sotto Copertura – La Cattura di Zagaria”, andata in onda su Rai 1 in prima serata in quattro puntate, per la regia di Giulio Manfredonia e con un cast di attori di grade spessore, tra i quali spiccano i partenopei Alessandro Preziosi ed Ivan Castiglione per aver interpretato rispettivamente il ruolo di Michele Zagaria e del suo braccio destro.

Un vero successo di ascolti ed un forte impatto mediatico sul pubblico che si è rincuorato dopo aver constatato un’altra vittoria dello Stato.

Una storia forte  quella di ‘capa storta’, Michele Zagaria, superboss del Clan dei Casalesi. A raccontarcela è Ivan Castiglione, attore di teatro, cinema e televisione, miglior attore a teatro nel 2008 per la sua interpretazione di Roberto Saviano nello spettacolo ‘Gomorra’, eccellente poi nel ruolo dello spietato Totò Murace in “Ultimo 4 – L’occhio del Falco” ed ora in quello dell’infame Mario Cangiano, braccio destro di Michele Zagaria.

Senza mai fermare e sue performance teatrali, arriva anche sul grande schermo con film intensi tra i quali ‘Anni Felici’ di Daniele Luchetti e ‘Quelle piccole cose’ di Fabrizio Catani.

Ivan, parlando di ‘Sotto Copertura’ ti sei definito emozionato ed orgoglioso di aver fatto parte di un film così importante: che tipo di rapporto hai istaurato con il regista Giulio Manfredonia?

“Giulio è un regista che ama gli attori, riesce a tirar fuori le capacità di ognuno e guidarli nei momenti in cui ne hanno bisogno ed è poi diventato un amico, lo reputo una persona speciale con la quale mi auguro di poter collaborare nuovamente in futuro”.

Com’è stato invece lavorare con Preziosi? Sembravate intensamente complici…

“Conosco Alessandro da prima che diventassimo attori, le nostre sono state carriere parallele lavorando con gli stessi registi teatrali, carriere che si sono poi sviluppate in maniera diversa. Questa è stata la prima volta che abbiamo lavorato insieme: è un attore molto bravo e per il quale nutro una profonda stima che mi ha sicuramente aiutato nel recitare al meglio, inoltre siamo grandi amici e questo ci ha permesso di instaurare sul set un clima ottimale sebbene i personaggi fossero molto cruenti, la nostra intesa ‘goliardica’ ci ha supportato molto”.

Cosa hai preso dal ruolo di braccio destro di Michele Zagaria e cosa credi di aver dato al pubblico?

“Nei miei lavori ci metto tutto: passione, esperienza, impegno civile. Ho studiato ogni singolo stereotipo della camorra e mi sono confrontato con attori che incarnano la vera Napoli. Spero di aver dato al pubblico altrettanta passione ed impegno, perché a mio avviso l’arte ha senso per coloro che la ricevono. Per descrivere invece quello che mi sono preso faccio un passo indietro a dieci anni fa, quando recitavo il monologo di Roberto Saviano nella Piazza di Casal di Principe dicendo di ‘andar via da quella terra’ proprio ad Antonio Iovine e Michele Zagaria, attualmente entrambi detenuti. E’ un passaggio importante per l’Italia intera e mi prendo tutto l’orgoglio di aver dato, a distanza di dieci anni, la testimonianza di una vittoria dello Stato”.

Parlando della tua carriera così ‘variopinta’, vorrei chiederti di un’esperienza che non tutti conoscono, quella all’estero come attore presso il National Theatre of Scotland, in luoghi in cui il teatro rappresenta ancora un simbolo culturale riconosciuto e praticato. Che tipo di esperienza è stata per te?

“Sono stato il primo attore italiano a lavorare al Teatro Nazionale Scozzese e sono stato scelto da un regista inglese a Roma su migliaia di provini: è stata un’esperienza straordinaria recitare in città dove il teatro è ancora al centro di un mondo sociale anche di giovani. In Italia invece stiamo assistendo ad un deficit di attenzione di cui il teatro è vittima, forse anche a causa di deficit di diffusione della cultura causati dalla crisi economica nel mondo del teatro, della danza, della lirica”.

La mia ultima domanda riguarda il tuo essere ‘camaleontico’: come fai recitare in maniera eccellente sia a teatro che in TV ed a cinema? Qual è il tuo segreto?

“Ho sempre avuto come modello di riferimento i grandi attori americani, che fanno sempre teatro e cinema, a volte poi – soprattutto ultimamente – li vediamo in alcune serie TV. Il ‘quid’ della recitazione in realtà è identico, quello che cambia è la modalità di essere percepito, passando dall’intimità della macchina da presa alla platealità di un migliaio di persone presenti in sala. In Italia è particolarmente evidente oggi questa distinzione, soprattutto negli attori giovani che costruiscono spesso la propria carriera già in maniera settoriale, tralasciando il teatro perché magari non ha un gran riscontro mediatico”.

Ivan è attualmente impegnato con lo spettacolo ‘Gli Onesti della Banda’ dal 6 al 19 novembre al Teatro Ghione di Roma e successivamente al Nest – Napoli Est Teatro il 23 e 26 novembre, per poi proseguire la tournée al nord, ma non sarà certo una sorpresa rivedere il nostro ‘camaleonte’ napoletano di nuovo sullo schermo.

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