Luci accese anche di notte negli uffici della Lega e ferie sospese. Salvini potrebbe staccare la spina e aprire la crisi di governo

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Le notizie cominciano a girare con una certa insistenza. Non è un caso se al quartier generale della Lega, la luce degli uffici restano accese fino a notte fonda.

Le ferie estive? Nessuno le ha prese. Il clima è di attesa. Chi conosce Matteo Salvini sa che tutto è possibile con lui, anche aprire una crisi di governo a ferragosto. Sono accaduti delle vicende che hanno inesorabilmente fatto traboccare il vaso. La misura è colma.

Il Movimento 5 Stelle gioca una doppia partita, la prima di governo e la seconda interna. La forza dei pentastellati è evaporata.

Dell’esperienza del grillismo resterà in piedi un partito-movimento che si attesterà su di un dignitoso 15-16 per cento. La Lega è guardinga. Non si fida di un Movimento 5 Stelle erede di un certo dipietrismo e che usa il sospetto come anticamera della verità.

Pezzi di magistratura e centri di potere potrebbero tentare una via giudiziaria contro il Carroccio. Un film che già più volte è andato in onda. Dalle parti dell’ex Lega Nord, fedele alleato per 20 anni di Silvio Berlusconi ne sanno qualcosa.

L’ex cavaliere è sceso in politica per difendere le proprie aziende, per ridurre i danni giudiziari e aprire un ombrello dove far riparare gli esulti di tangentopoli.

La ‘neo’ Lega di Salvini conosce i meccanismi e sa cogliere i segnali. Gli attacchi che sta subendo il leader del Carroccio non sono casuali. Non è un caso – ragionano i vertici della Lega – se il quotidiano ‘La Repubblica’ e il settimanale ‘L’Espresso’ riversano contro Salvini inchieste, scoop e cmpagne stampa spregiudicate.

Un trattamento di riguardo che invece non sfiora Luigi Di Maio e il M5S.

Le polemiche sempre più dure dei grillini, le indagini sulla cosiddetta Russiagate, il caso giudiziario che vede coinvolto l’ex sottosegretario Armando Siri, la nuova indagine sui finanziamenti dal Marocco tolgono il sonno non solo al ministro dell’Interno.

Salvini non si fida più di nessuno. Si sente accerchiato e teme l’esistenza di un ‘sistema di potere trasversale-istituzionale’ pronto allo sgambetto.

Più di un leghista, è ormai convinto che oltre ai Pentastellati, si muova da tempo nell’ombra l’intramontabile Silvio Berlusconi.

Uno stratega che con i suoi potenti mezzi finanziari ma soprattutto le importanti reti relazionali è ancora capace di condizionare gli eventi.

Su questo quadro d’insieme riflette e ragiona Salvini e c’è il ragionevole sospetto che Salvini possa all’improvviso staccare a spina e prendere tutti in contropiede.

Pier Paolo Milanese

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