Un presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, apparso seccato, brusco e preoccupato. Parla al termine del secondo giorno di consultazioni.
Alla fine di una giornata febbrile, in cui ha sentito i principali partiti. E dice subito: “C’è stata una rottura polemica tra i due partiti che componevano la vecchia maggioranza. La crisi va risolta in tempi brevi”.

Mattarella si aspettava una maggiore generosità e trasparenza da parte delle forze politiche.
“Mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un’intesa in parlamento per un nuovo governo. E mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo per sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la possibilità di ulteriori verifiche”.
Però l’inquilino del Quirinale avverte: “Ho il dovere ineludibile di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento come avvenuto del resto anche un anno addietro, nella nascita del governo che si è appena dimesso. Al contempo ho il dovere di richiedere nell’interesse del paese decisioni sollecite”.
Mattarella dà i 5 giorni ai partiti se al termine non ci sarà intesa, il Capo dello Stato scioglierà le Camere per indire le elezioni.
Pier Paolo Milanese
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