Sospetti. Veti incrociati. Mosse felpate. Il segretario Nicola Zingaretti non si fida fino in fondo di Luigi Di Maio.
Il segretario del Partito democratico ha tentato di decifrare le parole pronunciate dal capo del Movimento 5 Stelle nel corso della cena a casa del sottosegretario Vincenzo Spadafora.
Di Maio gioca al tavolo una partita a poker. Stringe le carte e alza la posta. Zingaretti dal suo canto ha posto una pregiudiziale che è soprattutto sostanza : discontinuità.
Un tira e molla accompagnato da una girandola di voci : la riapertura del ‘forno’ con la Lega. La grande tentazione Petastellata è Luigi Di Maio a palazzo Chigi con la benedizione di Matteo Salvini.
Il diretto interessato glissa, non risponde e lascia la vicenda a bagnomaria nei dubbi.
Quando le tensioni sono alle stelle e dal Pd minacciano di far saltare tutto ecco che l’ex premier Giuseppe Conte al vertice G7 di Biarritz, in Francia sulla vicenda pronuncia parole chiare, nette e di verità: “La stagione con la Lega è chiusa e non si riaprirà più. Mio bis? Non è questione di persone ma di programmi”.
E poi aggiunge: “L’esecutivo Lega-M5S è un’esperienza politica che io non rinnego”.
A calmare gli animi ci ha pensato Conte sempre più punto di riferimento nel Movimento 5 Stelle e leader politico.
Pier Paolo Milanese