Turchia come una falange armata conquista la Siria dei Curdi. Rivolta dei Paesi della Ue ma Erdogan minaccia: “Vi manderemo milioni di profughi”

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Non si fermano i caccia e i carriarmati della Turchia. Con la scusa della guerra ai terroristi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta conquistando la Siria e puntando i cannoni addosso ai curdi, il popolo ramingo protagonista della sconfitta contro i terroristi islamici dell’Isis.

L’incursione della Turchia è massiccia e si snoda contro i curdi nel nord-est della Siria. Si tratta delle prime aree curde passate sotto il controllo di Ankara dall’inizio dell’operazione, meno di 24 ore fa. Lo riferiscono fonti militari di Ankara.

“Nella pianificazione ed esecuzione dell’operazione Fonte di pace vengono presi di mira solo rifugi, ripari, postazioni, armi, mezzi ed equipaggiamenti che appartengono a terroristi del Pkk/Pyd-Ypg e di Daesh (Isis)”.

Lo scrive in una nota il ministero della Difesa di Ankara, respingendo così le denunce delle Forze democratiche siriane a guida curda di aver colpito ‘civili’, uccidendone almeno 8. Con piglio minaccioso Erdogan si è rivolto contro l’Europa: “Se l’Ue ci accuserà di ‘occupazione’ della Siria e ostacolerà la nostra ‘operazione’ militare, apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi”.

La Turchia ha, inoltre, affermato in una lettera al Consiglio di Sicurezza Onu che la sua operazione militare sarebbe “proporzionata, misurata e responsabile”.

“L’operazione prenderà di mira solo terroristi e i loro nascondigli, rifugi, armi ed equipaggiamenti”, si legge ancora nel documento, di cui l’Ansa ha avuto visione, precisando che vengono “adottate tutte le precauzioni per evitare danni collaterali alla popolazione civile”.

Nella lettera inviata da Ankara al Consiglio di Sicurezza Onu, si afferma che “i negoziati con gli Usa su una zona di sicurezza rimangono inconcludenti”.

Il Consiglio si riunirà oggi a porte chiuse per discutere della situazione in Siria su richiesta dei cinque membri europei (Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio e Polonia).

Dura anche l’Italia con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Giulia Rosati

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