I contorni sono di un vero e proprio scandalo nazionale. Il rapporto Svimez l’ha detto in modo apolitico, guardando i dati e analizzando i numeri: “Il reddito di cittadinanza è un provvedimento che non contribuisce a risolvere i problemi”.
La seconda fase quella della ricollocazione dei senza lavoro è praticamento a zero. Ormai il provvedimento bandiera dell’ex ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio riempie solo le pagine della cronaca nera.
Questa volta a finire nel mirino una banda di 11 contrabbandieri professionisti, tutti beneficiari appunto del reddito di cittadinanza. Incassavano a pieno titolo il contributo, però facevano parte di un’organizzazione che gestiva il contrabbando di sigarette.
E’ quanto è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Capua nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, che ha portato all’esecuzione su ordine del Gip partenopeo di undici misure cautelari, un’ordinanza in carcere, tre divieti di dimora e sette obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Ventuno in totale gli indagati, dieci i percettori del reddito di cittadinanza.
Tra i fermati anche il capo del gruppo, un 69enne di Crispano. Dagli accertamenti economico-patrimoniali è emerso che i tre hanno presentato domanda all’Inps dichiarandosi nullafacenti e nullatenenti, omettendo di dichiarare il possesso di alcuni immobili, circostanza che gli è costata un’ulteriore contestazione ai sensi della norma speciale introdotta dalla normativa sul reddito di cittadinanza.
L’indagine Della Dda di Napoli sul contrabbando, denominata ‘No Smoking’, ha accertato che l’organizzazione a base familiare aveva base a Crispano, nel Napoletano, e ramificazioni nel Casertano, in particolare nei comuni di Marcianise e Santa Maria Capua Vetere.