Tutto tace. Nessuna reazione. Si finge come se nulla fosse accaduto. L’inchiesta ‘Io sono lobby’ del settimanale ‘L’Espresso’ curata dai giornalisti Federico Marconi e Giovanni Tizian ha creato un vero e proprio terremoto.
Un grande riflettore è stato acceso sui soldi di Giorgia Meloni e le lobby che finanziano Fratelli d’Italia. Inchiesta giornalista che ha indispettito non poco il quartier generale del partito erede del Movimento sociale italiano.

Del Msi – infatti Fratelli d’Italia – ha acquistato a prezzi stracciati la sede storica di via Ottaviano a Roma. Il racconto documentatissimo fa le pulci ai rapporti economici e finanziari che il partito della Meloni ha intessuto con palazzinari, imprenditori, lobby e un potente network ultra conservatore europeo e americano.
Un viaggio – insomma – nel lato nascosto, oscuro del partito di Giorgia Meloni.
Il settimanane ‘L’Espresso’ ha indagato scoprendo le contraddizioni politiche del “prima gli italiani”, la narrazione pompata sui social dalla macchina della propaganda nazionalista ed i collegamenti internazionali e le donazioni che dagli Usa giungono direttamente nelle casse di FdI.

L’Espresso, inoltre, pubblica i nomi che compongono il reticolo di associazioni e fondazioni d’area Fratelli.
I sondaggi recenti incoronano Giorgia Meloni, la seconda leader più gradita dagli italiani, dopo Giuseppe Conte e prima di Matteo Salvini.
Se il vento soffia occorre pur adeguare la struttura, rafforzare il partito, organizzare manifestazioni, forum, convention, aprire sedi, circoli, assumere insomma investire. Il punto resta sempre quello.
E la domanda è sempre la stessa e riguarda tutti ma proprio tutti i soggetti politici: i soldi dove si prendono?
Pier Paolo Milanese
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