Dolore, rabbia e lacrime questi sono i sentimenti, gli stati d’animo per la scomparsa tragica delle due adolescenti romane Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli appena 16 anni falciate sabato notte mentre attraversavano la strada dal Suv guidato da Pietro Genovese, 21 anni e figlio del registra Paolo.
Il giovane che si è subito fermato ed ha prestato soccorso è accusato di duplice omicidio stradale. Pitro Genovese è risultato positivo ai test di alcol e droga: il suo tasso alcolemico è di 1.4 e risulta positivo a cocaina e cannabis.

Il 20enne dato che è neopatentato – secondo il codice della strada – non può superare il livello 0 e, se avviene, è prevista la misura degli arresti. E proprio il giudice in queste ore deve decidere se concedere i domiciliari oppure il carcere.
Questo a prescindere dalla dinamica che, grazie alla relazione consegnata in procura dai vigili urbani di Roma Capitale, sembra ormai lasciare piccoli margini di dubbio.

Gaia e Camilla, sabato notte, hanno attraversato la strada, corso Francia, strada di Roma a grande scorrimento, fuori dalle strisce pedonali e a semaforo verde per gli automobilisti. Il suv Renault Koleos di Pietro Genovese arrivava a 80 km orari.
“Non mi sono proprio accorto di loro, non le ho viste”, questo avrebbe dichiarato al pm. In attesa dell’autopsia sui corpi delle due ragazze, il dolore è lancinante.
E nel luogo dell’incidente è iniziato un vero pellegrinaggio con parenti, amici e semplici cittadini che depositano fiori, lettere e peluche.
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