“Abbiamo medici bravissimi, potremmo avere la migliore sanità d’Italia e attirare gente da tutte le Regioni. Per fare clientele e spartire affari con la camorra, la malapolitica l’ha ridotta in uno stato pietoso e i medici migliori se ne vanno. Basta, legalità, trasparenza, merito, professionalità. Fuori politica e camorra dalla sanità”.
Scriveva così il sociologo Amato Lamberti nell’ormai lontano 2010. Fiumi di denaro saranno elargiti nei prossimi tempi per la sanità e gli appalti rappresenteranno una fetta importante della spesa pubblica, la mafia possiede ingenti masse di denaro e può quindi attuare la concorrenza sleale nei confronti delle altre aziende.
La criminalità organizzata dunque, grazie alla corruzione e a svariati reati fiscali può fare affidamento a enormi fondi neri per pagare le tangenti utili a insinuarsi nel contesto della spesa pubblica e negli appalti.

La recente circolare del Viminale invita le forze dell’ordine a tenere gli occhi aperti sul rischio dell’infiltrazione mafiosa in quella che sarà una tra le più difficili fasi di ricostruzione economica del nostro paese che la storia ricordi. C’è rischio di corruzione verso le pubbliche amministrazioni dell’imprenditoria in ambito sanitario.
Solo uno dei tanti problemi possibili. Le occasioni di riciclaggio e la tentazione di reperire finanziamenti pubblici sono elementi non nuovi per la mafia ma oggi che abbiamo più canali di controllo, possiamo e dobbiamo tenere altissima l’attenzione e la supervisione per evitare queste contaminazioni, sfoderando quanto più possibile le armi dell’indagine e della trasparenza.
È il Sociologo Amato Lamberti, a spiegarci alcuni esempi di queste contaminazioni e lo fa quasi otto anni dopo la sua morte con un’analisi pubblicata tempo fa in cui spiegava: “Le indagini della magistratura su diverse ASL e Aziende ospedaliere, hanno messo in evidenza almeno due situazioni ricorrenti, starei per dire strutturali. La prima: gli appalti di manutenzione ordinaria e straordinaria sono pilotati da professionisti interni all’amministrazione in diretto collegamento con la dirigenza e con la protezione politica cui fanno riferimento e servono sempre a fare cash per i soggetti che governano, a far lavorare imprese amiche oltre a professionisti e tecnici di fiducia, a distribuire occupazione sul territorio dimostrando anche l’utilità di un collegamento politico con chi è in grado di dare risposte alle ‘esigenze’ di individui e imprese”.
“La seconda: le forniture alle ASL e alle Aziende ospedaliere sono quasi sempre appannaggio di società con forti collegamenti con le cosche malavitose locali e con gli amministratori locali, che operano quasi in regime di monopolio in ciascuna situazione, visto che forniscono per decenni, e che impongono prezzi spesso esagerati rispetto al mercato”.
“Non si tratta di un segmento di spesa irrilevante perché le forniture riguardano la carne, il pesce, la pasta, i pelati, il riso, gli ortaggi, la frutta, ma anche le scope, la carta igienica, i detersivi, le siringhe monouso, l’ovatta, le garze, i bisturi usa e getta, il filo di sutura, ecc., ecc”.
“Alle forniture vanno aggiunti i servizi, di pulizia, di guardiania, di bar e ristorazione, ecc., anche essi appannaggio di società ed imprese spesso direttamente controllate da personaggi di grande spessore criminale. In qualche ospedale dell’agro nocerino l’appalto per la gestione del bar interno veniva deciso con il metodo della eliminazione violenta del concorrente”.

“Uno dei problemi che l’assegnazione degli appalti di fornitura ad imprese gestite da malavitosi comporta è che le stesse, con l’accordo di tutte le parti, sono gonfiate a dismisura dando vita ad una circolazione di tangenti che spesso assorbe la maggior parte della spesa. Questi sprechi sono reali ma non sono visibili, almeno a livello di documentazione amministrativa”.
“Un ulteriore elemento da prendere in considerazione sono le cliniche private. Desta meraviglia, ma non so se sia una specificità campana, il numero elevato di cliniche e strutture private di proprietà di politici e amministratori locali, sempre impiantate dopo il raggiungimento di ruoli e posizioni politiche e/o amministrative”.
“Ma sono numerose anche le cliniche e le strutture private direttamente controllate da personaggi di spicco della malavita organizzata, come dimostrano alcune indagini della magistratura. In entrambi i casi, la spiegazione potrebbe essere quella della permeabilità, in termini politici e amministrativi, di un sistema, quello sanitario, che permette una notevole accumulazione di profitti anche per l’assenza di controlli non limitati alla documentazione delle spese sostenute”.
Lo Stato, dimostrando di aver imparato dal passato, avrà la sua occasione per fare la differenza nella fase di ricostruzione con controlli serrati e tolleranza zero verso i sistemi organizzati criminali. Non la sprechi.
Amedeo Zeni
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