“Alla luce del recente orientamento dell’Europa, di rendere obbligatorio per le imprese il reporting non finanziario, le aziende vengano messe nella condizione valorizzare il proprio impegno nella Responsabilità Sociale d’Impresa in termini di merito di credito. Necessario non demonizzare il profitto, ma lavorare a far comprendere che esso può crescere tanto più cresce il comportamento etico dell’impresa”.
Queste le parole di Francesco Tavassi, a margine del suo intervento all’appuntamento di Forum PA 2021 dal titolo ‘Mezzogiorno e Responsabilità Sociale di Impresa nella prospettiva europea del Reporting di sostenibilità’.
Tavassi, che è anche vicepresidente Unione Industriali Napoli delegato all’Economia del Mare, è stato invitato a intervenire in qualità di presidente di Temi SpA, da tre generazioni nella logistica internazionale ed eccellenza partenopea della Responsabilità Sociale d’Impresa.
L’appuntamento, organizzato con il MiSE, PCN e l’Associazione Merita, è stato concepito per fare il punto sulle nuove prospettive del Reporting di sostenibilità delle aziende, alla luce della pubblicazione, da parte della Commissione Europea, della Corporate Sustainability Reporting Directive, la proposta di direttiva comunitaria che punta a estendere l’ambito di applicazione degli obblighi di rendicontazione della sostenibilità dell’UE, e a introdurre requisiti di rendicontazione più dettagliati nel solco di uno standard europeo.
“Con l’introduzione dell’obbligo della rendicontazione di sostenibilità, la Responsabilità Sociale d’Impresa esce dal perimetro della volontarietà per diventare un assetto premiato dai mercati. – spiega Tavassi – Le PMI, soprattutto nel Mezzogiorno, vanno dunque supportate nello sviluppo di strumenti di misurazione e di adeguate procedure di raccolta dei dati su fattori ambientali, sociali e di governance: informazioni che influenzano le scelte di investimento” osserva ancora il vicepresidente degli Industriali napoletani.
“Ho ipotizzato, nell’ambito del mio intervento, che nei contratti dei dipendenti venga valorizzata la quota ‘intangibile’ garantita dall’impresa che implementa strutturalmente la Responsabilità Sociale”, informa Tavassi.
“Infine, auspico che le grandi aziende e le PMI quotate in borsa diano l’esempio dotandosi di un Consiglio di sostenibilità, parallelo al Consiglio di amministrazione, e che in questo una quota del 30% sia ricoperta da giovani sotto i 30 anni interni o esterni all’azienda”, conclude Francesco Tavassi.