Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli si sono concentrate su otto omicidi e quattro ferimenti collaterali, “reazioni a catena”, li difficilmente gli inquirenti, commessi a Secondigliano, tra metà marzo 2007 e gli inizi del 2008, nell’ambito della cosiddetta seconda faida di Scampia (la prima va dal 2004 al 2005).
Lo vide scontro contrapposti principalmente i clan Di Lauro e Amato-Pagano, quest’ultimi soprannominati gli scissionisti in quanto in precedenza componenti dell’organizzazione camorristica fondata da Paolo Di Lauro, detto “ciruzzo o’ milionario”, padre di dieci figli maschi e di una femmina (adottata) avuti tutti da Luisa D’Avanzo, con la quale si era sposato nel 1973.
A finire in manette è stato Vincenzo Di Lauro, (F2) ritenuto il reggente dell’omonimo clan, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nella sua abitazione di piazza Zanardelli, nel quartiere Secondigliano, residenza storica del clan. Ancora una volta a notificargli la misura cautelare, come le altre due precedenti volte, è stato il capitano dei carabinieri Salvatore De Falco. Questa volta viene ritenuto il mandato di uno degli otto omicidi avvenuti durante la seconda faida di Scampia. L’arresto di Vincenzo è, a tutti gli effetti, un colpo ferale all’organizzazione malavitosa fondata da “Ciruzzo o’ milionario”.
Colpo dopo colpo nella seconda faida di Scampia e Secondigliano a Napoli che negli anni ha ispirato
libri e fiction. Con omicidi che hanno segnato la vita della città di Napoli dal 2004 al 2012. Fino a quando boss e gregari sono stati arrestati e via via si sono pentiti. Ed è grazie alle loro dichiarazioni che la Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un’ordinanza a carico di sedici pregiudicati, molti dei quali già in carcere, per otto omicidi della faida dei cosiddetti ‘girati’.
Un gruppo di uomini – e donne – che hanno prima appoggiato il clan Di Lauro contro gli Amato-Pagano nella guerra del 2004 e poi si sono ‘girati’ con loro e contro i vecchi alleati formando un clan autonomo, la Vanella Grassi. Ad indagare dal 2007 ad oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli.
Il primo omicidio della cosiddetta ‘girata’ fu quello di Giuseppe Pica del clan Di Lauro ucciso il 14 marzo del 2007. Omicidio per il quale sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare Rito Calzone, Enzo Notturno, Carmine Pagano, Cesare Pagano, tutti già detenuti per camorra e omicidi. Poi l’omicidio di Francesco Cardillo, del clan Di Lauro ucciso il 14 marzo del 2007, per il cui omicidio è stato arrestato Salvatore Frate. Il delitto di Lucio De Lucia, clan Di Lauro, ucciso il 21 marzo del 2007, su ordine di Cesare Pagano e dal killer Rito Calzone.
La morte violenta di Patrizio De Vitale, dei ‘girati’ ucciso il 31 maggio del 2007, su ordine di Marco Di Lauro e materialmente da Nunzio Talotti, suo braccio destro e amico del cuore. Entrambi sono già detenuti per omicidio.
Luigi Giannino, della Vanella Grassi ucciso il 13 giugno del 2007, per ordine di Marco Di Lauro e da Nunzio Talotti, Mario Buono, Raffaele Musolino e Vincenzo Di Lauro, anch’egli, come il fratello Marco, istigatore del delitto. Salvatore Ferrara, del clan Di Lauro ucciso il 25 settembre del 2007 per ordine dei boss, cognati tra loro, Raffaele Amato e Cesare Pagano.
A fare fuoco furono Salvatore Petriccione e Luca Raiano. Luigi Magnetti, della Vanella Grassi, ucciso il 25 settembre del 2007, considerato uno dei boss dei ‘Girati’. Fu ucciso, secondo il gip che ha emesso l’ordinanza su ordine di Raffaele Amato, Carmine Pagano e Cesare Pagano.
A fare fuoco questa volta Renato Napoleone e Davide Francescone. Carmine Fusco, affiliato ai Di Lauro, ucciso il 9 febbraio del 2008. L’ordine partì dal boss Raffaele Amato ed a sparare furono Salvatore Petriccione, Luca Raiano e Fabio Magnetti.