Palmieri, manca solo Geppetto…

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IL NASO ha cominciato ad allungarsi in modo considerevole e non c’è un picchio di turno che possa cercare di accorciarglielo. Anzi nelle ultime settimane le bugie si sono moltiplicate, l’imbarazzo nella Giunta arancione è cresciuto facendo traballare la sua poltrona già malferma a Palazzo San Giacomo. Annamaria Palmieri, l’assessora in tubino e tacchi a spillo, con delega all’Istruzione non riesce più a fronteggiare la valanga di critiche bipartisan che inondano la sua gestione della scuola e che assegnano uno zero tondo in pagella all’inizio di quest’anno scolastico. Bambini senza refezione, senza assicurazione, senza le maestre precarie, senza le insegnanti di sostegno: un bilancio assolutamente fallimentare. E se il capo dell’opposizione in Consiglio comunale Gianni Lettieri non ha esitato a chiedere le dimissioni dei responsabili dello sfacelo e del Titanic che è diventata la scuola napoletana, i mal di pancia anche nella maggioranza non si contano più al punto da sperare in un rimpasto liberatorio. Il grande imbarazzo politico ruota intorno al nodo della refezione.

Un bando europeo per una refezione “verde” (contenitori biodegradabili, scodellamento e non più vaschette usa e getta) pubblicato solo il 13 agosto scorso: un mese prima dell’inizio dell’anno scolastico! Una gara che parte in ritardo e con il piede sbagliato: nel capitolato non sono indicati i grammi che ogni piatto deve contenere.

Tutto da rifare. I tempi si allungano e appare sempre più chiaro che la “refezione verde” non potrà partire prima di gennaio 2013. E nel frattempo che si fa? La Palmieri corre ai ripari. Parte una gara a procedura ristretta per coprire il servizio mensa fino a dicembre 2012. Ma serve comunque un mese per espletare la gara e scegliere la ditta aggiudicataria e così il piano B del Comune sarà operativo (se tutto va bene, se non ci sono imprevisti, ossia ricorsi di altre ditte) non prima del 5 novembre.

Un grande pasticcio. E intanto che succede? Ben 7500 bambini dei nidi comunali e delle scuole materne, in assenza di refezione, sono costretti ad uscire tra le 12 e le 12,30 mandando letteralmente in tilt l’organizzazione familiare di migliaia di coppie. L’assunzione delle maestre precarie resta bloccata: si renderà necessaria con il doppio turno, ossia con l’inizio della refezione.

Le insegnanti di ruolo vengono spostate da un nido a un altro, senza graduatoria, senza rispettare la continuità didattica disorientando i bambini che non trovano più le loro maestre di riferimento. Si formano sempre più classi-pollaio: 10-12 bambini per educatrice. E laddove ci sono dei buchi da coprire si va a raschiare il fondo del barile. Si cercano tra i dipendenti di Palazzo San Giacomo persone che abbiamo vecchi diplomi da puericultrice. Spuntano 50enni e 60enni, impiegati da 30 anni all’anagrafe che non hanno nessuna intenzione di lavorare nelle scuole (e non saprebbero neanche farlo!), trasferite d’ufficio nei nidi.

I diretti interessati si mettono in malattia, prendono un periodo di ferie. E’ un fuggi fuggi generale. E intanto le maestre precarie, titolate, con esperienza e anni di formazione, aspettano una chiamata per l’incarico annuale. La delibera del 31 agosto scorso “sull’indispensabilità e l’infungibilità dei servizi educatici” che avrebbe dovuto salvarle è rimasta lettera morta.

Su 350 ne sono state assunte a inizio anno scolastico solo 37 e restano ancora da assegnare 71 incarichi per il sostegno (ritardo ingiustificato da qualsiasi slittamento della refezione!).

E ora appare sempre più chiaro che, se e quando verranno chiamate, lavoreranno part-time in barba a qualsiasi rispetto per la centralità del bambino, pur tanto sbandierata! Nel frattempo si scopre anche che i 7500 bambini di nidi e materne sono privi di assicurazione sanitaria. Palazzo San Giacomo non ha trovato 19.800 euro (2,46 euro a bambino) per rinnovare la polizza alunni a copertura di eventuali infortuni. Se a ciò aggiungiamo che quest’anno sono aumentate di 50 euro in media per fascia di contribuzione le tariffe dei nidi, l’equazione è presto risolta.

Le rinunce alla scuola pubblica, per la prima volta, annullano le lunghe liste d’attesa portando addirittura alla riapertura delle iscrizioni. E’ la fuga dalla scuola pubblica decadente a quella privata. Sarà contenta Rachele Furfaro, vecchio assessore all’Istruzione della giunta Iervolino e nota imprenditrice del settore che nel suo Vomero era riuscita a non aprire neppure una struttura pubblica! E allora che si fa?

Il piano C viene suggerito da un gruppo di mamme dell’asilo “Rocco Jemma” di Materdei: auto-refezione, ossia le famiglie porteranno il panierino da casa ai propri figli per consentire il prolungamento dell’orario fino alle 15,00. O alle 16,00? L’assessore Palmieri aveva promesso un allineamento dell’orario dei nidi con quelli delle materne per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Ma questa è, forse, l’ennesima bugia.

Arnaldo Capezzuto

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