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CAMORRA prepotente e feroce che spara a vista. E’ una guerra tra bande quella scoppiata a Napoli: tutti contro tutti. Un Far West senza regole dove si muore per un niente. Miano, Marianella, Secondigliano, Scampia l’intera periferia Nord è assediata da bande criminali che ammazzano per poche centinaia di euro. Uno stato d’assedio che non risparmia i comuni dell’hinterland Casavatore, Casoria, Melito e Marano. Era uscito da casa per andare a trovare la fidanzata che abita a Marianella, un quartiere della periferia Nord di Napoli. Aveva incastrato i suoi impegni per dare un saluto veloce a Rosanna, che non vedeva da cinque giorni perché era stata a Modena.

Poi avrebbe dovuto raggiungere gli amici per un partita di calcetto. Sono le 21 e 30 – lunedì 15 ottobre – piove lungo il deserto di corso Marianella. Sale a bordo della sua vecchia Clio, il tempo di mettere in moto e accendere le luci. E’ un attimo. Pochi istanti.

Il silenzio è squarciato da una raffica di colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata e in rapida successione. Un intero caricatore. Quattordici proiettili che centrano il parabrezza e investono in pieno il suo volto. Buio. Finisce così la sua vita proprio sotto casa della ragazza che voleva sposare. Pasquale Romano, 30 anni, una vita pulita, onesta, senza macchie è l’ennesima vittima innocente di una assurda faida di camorra. A Napoli c’è la guerra: si combatte da decenni nel cuore della terza città d’Italia, Europa, anno 2012 ma nessuno lo sa o meglio tutti lo sanno ma fanno finta di non sapere. Un impazzimento generale Pasquale Romano, lavorava in una multinazionale con un contratto a termine che da gennaio si sarebbe trasformato a tempo indeterminato.

L’unico suo sogno era quello di sposare la sua adorata Rosanna.  Quella maledetta sera è stato scambiato dal gruppo di fuoco per un pusher di una piazza di spaccio avversa. Il coordinatore antimafia, il procuratore Sandro Pennasilico non ha dubbi su di un punto: “E’ una situazione d’impazzimento generale. Quanto alla morte di Pasquale Romano riteniamo si tratti di un errore di persona nell’individuazione della vittima. Questo è frutto di una becera manovalanza della camorra. In questa nuova faida non s’intravedono delle personalità di rilievo tali da poter governare la situazione.  In ogni caso , se fossi un onesto genitore di Scampia sarei davvero preoccupato per i miei figli”.

Pier Paolo Milanese

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