Bocciato il registro dei tumori

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LA CONSULTA ha bocciato l’unica legge sottoscritta all’unanimità dall’intero consiglio regionale della Campania, sulla istituzione del registro tumori regionale. L’impugnazione è stata contemporanea alla comparsa immediata e vigente,

benedetta dalla consulta, di un decreto legge scritto dai responsabili del mancato funzionamento ultradecennale del registro tumori e subito efficace in sostituzione.

 

C’è da pensare che forse il provvedimento era già pronto e messo fiori al momento giusto. Forse occorreva assolutamente continuare a non produrre dati, e a non comunicarli in modo trasparente sul sito web regionale!

Gli stessi dirigenti che hanno sbagliato a scrivere la legge, sprecando oltre tre anni, hanno immediatamente e contemporaneamente riscritto il decreto che lascia solo a loro, e ben dentro gli uffici regionali il controllo dei dati del più grande disastro ambientale negato della storia d’Italia. Questa notizia impone a tutti noi cittadini della Campania deduzioni e comportamenti conseguenti obbligati per senso di responsabilità.

Come hanno votato all’unanimità una legge deliberatamente scritta per essere bocciata, cosi tutti i membri della Regione, dai consiglieri alla giunta, e soprattutto ai tecnici cosiddetti ora, hanno una sola possibilità di mostrare di non essere dei delinquenti : rassegnino immediatamente le dimissioni. Se, come ovvio, non lo faranno, i sei milioni di cittadini campani sappiano e si regolino di conseguenza!

Devono essere mandati tutti a casa! e di corsa! mentre si sprecano miliardi e miliardi in ogni settore e soprattutto nella Sanità, c’è chi indica come ha fatto il registro tumori della ex Asl 4, di un eccesso di mortalità per cancro del colon retto in Campania. L’ unica legge che impone il registro tumori, strumento utile ai magistrati e alla programmazione sanitaria della regione colpita dal più grande disastro ambientale e umanitario proprio per mancati controlli, viene fatta saltare.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti in modo raffinato si continua a mantenere i dati ben chiusi e ben segreti nei cassetti degli uffici regionali! dati assenti e/o non prodotti ma pagati milioni di euro sin dal 1987. Con soli tre stipendi risparmiati all’anno, si potrebbe agilmente finanziare benissimo l’intero registro regionale. Funzionante!

Considerato che uno stipendio medio di questi tecnici, declassati incapaci dalla consulta, si aggira sui 130mila euro annui! finché avremo vita noi non molleremo e vi chiederemo conto del vostro comportamento irresponsabile e/o delinquenziale a copertura della azione criminale della camorra e soprattutto i dati che non volete produrre e soprattutto diffondere! se non ci saranno decisioni immediate e soprattutto verrà confermato il già scritto decreto che continua a nascondere i dati negli uffici regionali, a copertura quindi non già delle responsabilità dei camorristi ma a copertura di quelle dei politici dei mancati controlli, sarà sin troppo chiaro il disegno criminale a danno di sei milioni di cittadini campani!

Antonio Marfella
www.ladomenicasettimanale.it

I dati choc della Commissione

IN SEICENTO pagine l’atto d’accusa della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti sul “caso Campania”. Un disastro che gli scienziati dicono nel 2064 raggiungerà il picco massimo in termini di morti, malformazioni e diffusione dell’inquinamento dovuti principalmente all’interramento abusivo dei rifiuti tossici e proibiti.

“C’è in atto una catastrofe ambientale di portata storica che sta sconvolgendo la città di Napoli e cospicue parti del territorio campano e che costituisce un fenomeno di portata storica, paragonabile soltanto ai fenomeni di diffusione della peste seicentesca, dove gli untori devono identificarsi in numerosi soggetti che hanno operato nel settore” recita la relazione elaborata dalla Commissione.

Vedi anche sul n.8 gennaio-febbraio 2013 di La Domenica Settimanale.it pagina 17 a firma di Filomena Indaco.

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