Alle 7 del mattino sono state evacuate circa 3400 residenti, lavoro rigoroso coordinato dalla sala dalla protezione civile in Prefettura, quella regionale e il Centro operativo comunale. L’ora x è scattata alle 9 e 37. Le pile 10 e 11 che sorreggevano la parte del ponte Morandi si sono trasformate in polvere e macerie.
Le cariche esplosive sono brillate, le deflagrazioni hanno fatto sollevare una enorme nuvola bianca di polvere e detriti. Si volta pagina in modo definitivo.
Il ponte Morandi è collassano a terra. Un simbolo divenuto illusione di uno straordinario sviluppo negli anni ’60 e trasformatosi in un simulacro di morte e dolore nel luglio dell’anno scorso con 43 vittime.
Il ministro dell’interno Matteo Salvini e l’altro ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio erano a Genova con le altre autorità ma per tutto il tempo si sono ignorati.
Sintomo che le cose nell’esecutivo sono burrascose e crescono le indiscrezioni di un possibile ricorso alle urne.
Proprio Di Maio è ritornato sulla questione della revoca della concessione ad Autostrade, rimettendola al centro dell’agenda e ha riacceso la miccia con il gruppo Benetton: “I Benetton sono stati più veloci a rispondermi, minacciando azioni legali, che a chiedere scusa ai familiari delle vittime di Genova”, ha detto.