Malumori, ripicche e assenze. Oggi al Consiglio dei ministri non si è presentato il vicepremier Luigi Di Maio.
Una assenza che ha mandato su tutte le furie l’altro vicepremier Matteo Salvini : all’ordine del giorno oltre all’assestamento del Bilancio occorreva discutere e approvare, come poi è avvenuto, un decreto urgente di congelamento delle somme avanzate dal reddito di cittadinanza e quota 100. Si tratta quasi di due miliardi che serviranno a rassicurare la Commissione Ue e rafforzare il pressing per bloccare la procedura d’infrazione.
Salvini preso atto che Di Maio era assente dopo poco ha lasciato a sua volta l’incontro senza nascondere la propria rabbia.
La riunione a Palazo Chigi serviva anche per un faccia a faccia tra i due alleati sulla questione concessioni autostradali e il pasticcio di Atlantia.
Le sconsiderate dichiarazioni di Di Maio a Porta a Porta non solo hanno creato un oggettivo danno in borsa al colosso industriale ma fatto quasi saltare la trattativa per Alitalia.
Un’ora prima dell’inizio del Consiglio dei ministri, il capo dei Pentastellati aveva scritto in un post su Fb: “Il silenzio della Lega sulle concessioni, dispiace, fa sentire ancora più protetti i Benetton. A me il partito dei Benetton non fa paura, questa volta vincono i cittadini non i Benetton”.
Ancora: “Non c’entra nulla il lavoro. A me dispiace che sulla revoca alle concessioni, ma anche sull’immunità penale Salvini dica che si perderanno posti di lavoro. Non si perderanno posti di lavoro, ci si può fidare di me. Noi non possiamo farci ricattare e poi non si perderanno posti di lavoro”.
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