Il governo di Tripoli valuta chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti

Reading Time: 2 minutes Il governo di Tripoli guidato dal presidente Fayez al Serraj “sta valutando la chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti

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C’è qualcuno che ancora considera la Libia un porto sicuro. Si finge di non capire e di vedere. Ora addirittura c’è l’ipotesi di chiudere i centri di detenzione o meglio i lager.

Il governo di Tripoli guidato dal presidente Fayez al Serraj “sta valutando la chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti e il rilascio di tutti i detenuti in Libia, con l’obiettivo di garantire la loro sicurezza”, secondo quanto riferisce The Libya Observer, un sito vicino alle autorità di Tripoli, citando il ministro dell’Interno, Fathi Bashagha.

L’annuncio del governo arriva al’indomani della strage di migranti nel campo di detenzione di Tajoura, a sud est di Tripoli, in cui sono morte almeno 53 persone, di cui 6 erano bambini, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari. I feriti sono 130.

Il bilancio contrasta con quello della Mezzaluna rossa libica, che aveva parlato di almeno 60 morti nel raid dell’aviazione che sostiene il generale Haftar ma sottolinea ancora una volta la gravità di quanto accaduto.

Sempre secondo l’Onu, dopo che il centro di detenzione migranti è stato colpito per la prima volta, le persone hanno tentato di fuggire: ma le guardie, fedeli al governo di Tripoli del presidente Serraj, hanno sparato contro di loro.

L’agenzia sottolinea anche che il centro era già stato colpito in precedenza, a causa della vicinanza con una base militare: “Nonostante ciò – scrive – le autorità hanno continuato a trasferire migranti e rifugiati nel centro”, e “circa 600, tra cui donne e bambini, erano trattenuti contro la loro volontà al momento dell’attacco”.

Onu conclude sottolineando che “il fatto che oltre 3mila profughi e migranti intercettati in mare siano stati riportati in Libia nel 2019 è profondamente preoccupante. Questo è accaduto nonostante il chiaro fatto che, come il segretario generale dell’Onu Guterres ha sottolineato in una dichiarazione il 4 aprile 2019, ‘Nessuno può affermare che la Libia sia un porto di sbarco sicuro a questo punto'”.

Intanto, almeno ottanta migranti risultano dispersi in un nuovo naufragio avvenuto ieri al largo di Zarzis, in Tunisia. Lo scrive su Twitter Alarm Phone, citando Chamseddine Marzoug, attivista e volontario della Mezzaluna rossa tunisina, secondo il quale “solo cinque persone sono sopravvissute, mentre almeno 80 disperse”.

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