Non aveva paura né di Raffaele Cutolo nel pieno della sua furia vendicatrice con la Nco, né dei ras della politica nella loro pericolosa infedeltà.
Al primo destinò il marchio più efficace, fuori da ogni epica: “È un cialtrone, un subdolo”. Degli altri disse: “Si servono dei camorristi, anche 10mila voti alla volta”.
Antonio Ammaturo era un “poliziotto che non dava tregua”, un servitore coraggioso dello Stato. L’allora capo della squadra Mobile napoletana fu ucciso, insieme con l’agente scelto Pasquale Paola, in piazza Nicola Amore, sotto gli occhi di decine di testimoni, il 15 luglio 1982.
Era trentasette anni fa, oggi. Esecuzione delle Brigate Rosse, come hanno attestato le condanne. Resta senza certezze – ma fondatissima – la pista del patto con la Nco di Cutolo. A ricordare il sacrificio del poliziotto, ancora una volta, stamane, nell’ambito del Premio Ammaturo assegnato alle operazioni di polizia giudiziaria particolarmente meritevoli, verrà da Roma il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli.
Accolto dal neo questore di Napoli, Alessandro Giuliano, che ha organizzato la giornata dell’impegno e della memoria nel complesso dei Santi Marcellino e Festo (largo San Marcellino), con l’ospitalità dell’Università Federico II e del rettore, Gaetano Manfredi. Alle 10.15, la deposizione della corona in piazza Nicola Amore, lì dove abitava il dirigente, con la moglie e le loro tre figlie.
All’incontro saranno presenti l’ex presidente del Tribunale Carlo Alemi, (che fu giudice istruttore del processo e tenace indagatore dei patti scellerati stretti tra terroristi e camorristi), oltre che Mariacristina Ammaturo, una delle figlie del dirigente ucciso, il procuratore di Napoli Gianni Melillo, l’attore Renato Carpentieri e il maestro Lello Esposito.
“Ci sono tante parti del Paese dove permangono zone grigie che devono essere dissipate”. Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli, parlando ieri a Napoli alla consegna dei Premi Ammaturo. Sono stati premiati gli agenti che hanno lavorato per l’arresto di boss Marco Di Lauro.
Al personale dell’Ottava sezione Catturandi della Squadra Mobile della Questura di Napoli è stato assegnato il “Premio Antonio Ammaturo Legalità città di Napoli”, giunto alla decima edizione.
“Evidenziando elevate capacità professionali, acume investigativo, tenacia e determinazione operativa, riuscivano, con altre articolazioni investigative, a trarre in arresto Marco Di Lauro – si legge nelle motivazioni della Commissione, presieduta da Carlo Alemi – Le energie profuse nel corso di tutti questi anni per il raggiungimento di questo straordinario obiettivo sono state notevolissime: oltre 700 decreti di intercettazione emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, 1530 utenze telefoniche intercettate, 56 autovetture monitorate e circa 132.000 ore di registrazioni ambientali. L’operazione, ampiamente ripresa dagli organi di informazione sia nazionali sia internazionali, ha contribuito a rafforzare il prestigio delle istituzioni. Chiaro esempio di impegno, dedizione, sacrificio e coraggio”.
A essere premiati anche gli uomini della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Castellammare di Stabia.
“Per aver condotto articolate ed incessanti attività di indagine che consentivano all’Autorità giudiziaria di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un pluripregiudicato, ritenuto responsabile dei reati di rapina aggravata e lesioni gravi nei confronti di due anziani coniugi” si legge nelle motivazioni.