Come gli apostoli attorniavano Gesù, così i consiglieri regionali della Campania del Movimento 5 Stelle ‘circondano’ il loro messia, Luigi Di Maio.
Occasione la riunione regionale campana di Sant’Arpino-Caso al teatro Lendi in vista della riorganizzazione dei grillini sui territori.
Ormai resta ben poco del Movimento dei cittadini, c’è il capo supremo, i graduati del cerchio magico e le truppe già in ansia per la vicina scadenza elettorale delle regionali.
Anche la stessa assemblea nel cartello che sovrasta il palco c’è scritto “Assemblea regionale Campania con Luigi Di Maio” scritto a caratteri cubitali insomma tutto centrato sul leader, come accadeva con le liturgie della vecchia politica. Del resto come fa il verso di quella canzone: “Come si cambia per non morire”
C’è fermento, occorre lavorare alle ricandidature e superare l’esame elettorale per la riconferma. Solo l’attuale capogruppo Maria Muscarà non dovrebbe essere della partita sembra in procinto del passo indietro forse in favore di un suo collaboratore e attivista, Luca Antonio Pepe.
Non solo candidature. C’è il ruolo del ‘facilitatore’, una sorta di coordinatore regionale, da assegnare e nei fatti già ricoperto da Valeria Ciarambino, proconsole di Di Maio in Campania.
E nell’ombra alcuni consiglieri regionali stanno portando avanti un lavoro sotterraneo, silenzioso, una sorta di pratica diplomatica di smarcamento. Occorre mischiare le carte agli occhi del leader.
Ci sono le correnti interne e le appartenenze: gli ortodossi che fanno capo al presidente della Camera Roberto Fico e i simpatizzanti di Alessandro Di Battista, Dibba, cercano di stare in mezzo.
Il mare è in tempesta e non si sa cosa possa accadere. Mettersi sotto l’ombrello protettivo, restare in scia è fondamentale visto che i consiglieri regionali non hanno ‘mandato zero’.
Aggiustamenti interessati, tatticismo, caducità della politica liquida, insomma, meglio stare accanto che di lato al giovane vicepremier.
L’assemblea ha ben poco del copyright 5 Stelle anzi per molti versi – vedi – compiacenza, benevolenza, salivazione e genuflessione al ‘capo supremo’ – somiglia a una riunione della vecchia Forza Italia.
Ottimismo, sorrisi, allegria, – in generale – è di chi sta scrivendo pagine irripetibili della storia del Paese. C’è la solita narrazione mitica dell’agire come se ci fosse una forza celestiale che muove invisibili fili del destino portato avanti dai Pentastellati.
A rompere l’atmosfera, a smontare la sovrastruttura magica, a riportare tutti con i piedi nella realtà, ci ha pensato Salvatore Morra.
Attivista della prima ora, cittadino civico con le scarpe consumate dal percorrere su e giù le strade della X municipalità, quartiere occidentale della periferia di Napoli dove c’è la grande incompiuta di Bagnoli.
Salvatore Morra rappresenta il prototipo di ciò che dovevano essere i 5 Stelle nella società italiana: gente con storie diverse che si mettono insieme, partecipano e si occupano di problemi singoli che diventano collettivi.
Una cittadinanza attiva, un non girare la faccia dall’altra parte ma farsi istituzione e partecipare nel trovare soluzioni e contribuire a far crescere nella consapevolezza una comunità.
Sale sul palco e con pacatezza, una punta d’ironia e umiltà sapiente punzecchia Luigi Di Maio.
Il cronometro scandisce il tempo concesso e Salvatore Morra cala il colpo improvviso e parla della bonifica di Bagnoli accusando il Governo di fare come i precedenti: “Non avete letto le carte”.
Anzi approfitta della presenza del vicepremier per consegnare il documento e invitarlo a leggere così come non ha fatto il ministro per il Sud, la sopravvalutata, Barbara Lezzi.
“Mi definisco un duro, un ortodosso e un antico – spiega Morra – voglio dire che il nostro gruppo è uscito indenne da tutte le questioni. Noi andiamo avanti perché lavoriamo sui temi che riguardano i cittadini e i beni comuni”.
Poi rivolto a Di Maio sottolinea : “Non possiamo buttare a mare 15 anni di lavoro sulla questione di Bagnoli”.
E poi conclude Salvatore Morra lanciando un monito proprio a Di Maio :“Voglio dire al caro Luigi che i facilitatori avranno difficoltà a fermare i predatori e i prenditori”.
Per lui è standing ovation da parte dell’assemblea e sembra d’improvviso essere ripiombati nel vero Movimento 5 Stelle.
Arnaldo Capezzuto