Il Salvini furioso prepara le truppe per lanciare l’assalto al governo. E a Di Battista dice : “Vada a c…re”

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È spazientito. Nervoso. Irritato. Matteo Salvini è rammaricato di aver perso la pazienza negli ultimi giorni. Lui scherzando predica pace, lancia bacioni e non nasconde la sua posa zen. Però negli ultimi giorni l’autocontrollo autoimpostosi si è andato a farsi benedire.

Lite continua con i 5 Stelle, muso duro contro i giornalisti, risposte piccate ai magistrati. Le pressioni sul leader della Lega aumentano a dismisura c’è un ambiente, un sistema che sembra essersi messo di traverso.

Il capo del Carroccio lo percepisce e sente sulla propria pelle entità che stanno mettendo in campo manovre non ben identificabili. Il ministro dell’Interno che continua a volare nei sondaggi teme la trappola, teme lo sgambetto, teme la convergenza d’interessi vari e ben distribuiti contro la sua Lega.

È l’insondabile che scatena i sospetti. E allora Matteo Salvini non si nasconde ed è pronto a tutto anche a sfasciare l’esecutivo e andare alle urne. Lui è convinto che il Movimento 5 Stelle trami nell’ombra e vede l’ex cavaliere Silvio Berlusconi non estraneo a questi giochetti.

La strategia è chiara : logorare il Carroccio e sperare che qualche inchiesta in corso infligga un duro colpo ai vertici del partito. Salvini è nervoso proprio per questo. La sensazione è di un qualcosa che potrebbe accadere a breve.

Il quartier generale della Lega è allertato. Non è un caso che il capo del Viminale trascorra la parte centrale del mese di agosto nelle piazze dell’Italia del Sud sfidando il solleone e il deserto in città.

Il segnale è chiaro presidiare il territorio, stare accanto alla gente, diventare riferimento e alternativa anche nel Meridione d’Italia, catturare consensi in uscita dai 5 Stelle.

Una sfida a tutto campo e nel frattempo costruire una coalizione con Giorgia Meloni e Giovanni Toti.

Questa è la prospettiva politica a cui lavora Salvini per rottamare il Movimento 5 Stelle ed i vari capetti pentastellati.

Non ne può più di Luigi Di Maio e delle anime belle del Movimento.

Ad esempio l’uscita di Alessandro Di Battista sulla libertà di stampa gli ha fatto girare proprio i cosiddetti e ad alta voce ha detto : “Ecco, al comizio di stasera potrei mandare a cagare Alessandro Di Battista”.

Giulia Rosati

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