A distanza di 35 anni dall’uscita nelle sale di ‘Non ci resta che piangere’, Firenze rende omaggio al capolavoro di Massimo Troisi e Roberto Benigni con una proiezione gratuita in piazza del Carmine.
L’appuntamento è per il 17 settembre e sarà anche l’occasione per ricordare la prematura scomparsa del grande attore e regista partenopeo avvenuta 25 anni fa.
La stessa sera, dalle 21, sarà proiettato anche uno speciale sulla realizzazione del film con interviste agli autori.

Una proiezione per celebrare i 35 anni del film diventato cult ed uscito nelle sale nel 1984 e rendere omaggio alla memoria del grande Massimo Troisi.
‘Non ci resta che piangere’, è il film capolavoro.
C’è il bidello Mario (Massimo Troisi) e l’insegnante Saverio (Roberto Benigni) sono fermi ad un passaggio a livello, in attesa che il treno passi.

I due sono amici e si confidano a vicenda. Saverio tra l’altro è preoccupato per sua sorella Gabriella, caduta in depressione per il fallimento della sua relazione con un ragazzo americano.
L’attesa si protrae e decidono di percorrere una stradina tra i campi. Dopo un po’ restano in panne con l’auto in mezzo alla campagna. Si fa sera, piove. I due trovano alloggio in una locanda per la notte, in una stanza che ospita già un’altra persona.
La mattina dopo appena svegli vedono, divertiti, l’ospite orinare dalla finestra, ma le loro risa vengono subito troncate dal sibilo di una lancia che lo uccide.

Mario e Saverio scorgono fuggir via delle persone in mantello nero a cavallo. Si precipitano al piano terra e trovano altre persone, vestite in modo molto strano.
Increduli si fanno dire da un uomo di trovarsi a Frittole, un immaginario borgo toscano, “nel 1400 quasi 1500”.
Ritenendolo dapprima un terribile scherzo, debbono rassegnarsi alla dura realtà facendosi ospitare da Vitellozzo (Carlo Monni), il fratello dell’ucciso, il quale riporta loro di una terribile faida con un tale Giuliano De Capecchio, che sta sterminando la sua famiglia. Giunti nel borgo conoscono Parisina (Lidia Venturini), madre di Vitellozzo ed iniziano a lavorare nella loro bottega.
Giulia Rosati
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