Rumoreggia la base del Movimento 5 Stelle. La trattativa con il Partito Democratico è tutto tranne trasparente. I commenti, i post via social sono migliaia al giorno.
Il popolo grillino protesta e con il trascorrere dei giorni e dei veti incrociati con il Pd sembra che il Movimento sia sprofondato ai tempi del Pentapartito dove venivano messe in campo tattiche e depistaggi.

La fronda anti Pd degli attivisti cresce. Un’onda che comincia a far paura agli stessi vertici del Movimento 5 Stelle. E se direttamente il fondatore e garante Beppe Grillo ha chiuso alla Lega e dato semaforo verde alla trattativa con il Partito democratico non tutti condividono la linea. Anzi anche tra parlamentari cominciano i mal di pancia.
È giusto condurre il dialogo con i piddini ma l’ultima parola deve spettare alla gente. Su questo punto attivisti, volontari e appartenenti alle varie correnti pentastellate sono d’accordo : occorre esprimersi su Rousseau. un’eventuale intesa deve passare sulla rete.

Questo è il timore e la paura di Luigi Di Maio che sa ed è al corrente che la lista degli anti-Dem cresce a dismisura. Il tempo stringe. Meno di 48 ore e occorre comunicare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una posizione, chiara e netta.
“È un’operazione che serve al Pd”, e poi “Quello con i Democratici sarebbe un governo della paura”. Segnali di profondo malumore che potrebbe mandare in mille pezzi il Movimento 5 Stelle.
Se Di Maio fa l’accordo con il Pd la base esplode. Si allarga il fronte di coloro che pur maledicendo la Lega di Matteo Salvini vorrebbe una riedizione del contratto con il Carroccio in una posizione di forza.
Il ventre dei Pentastellati è una polveriera. Ed è dal cuore di Rousseau che arriva la conferma: qualunque tipo di strada, qualunque tipo di nuovo accordo, verrà sottoposto al voto della base – si affannano a dire dal quartier generale del M5S -.

Si tratta di una zeppa, i tempi tecnici sembrano che non ci siano per attivare la piattaforma. Sergio Mttarella è stato chiaro : il nuovo governo deve essere formato entro la prossima settimana altrimenti ci sarà lo scioglimento delle Camere.
Nel caos totale c’è un punto fermo Giuseppe Conte, che ormai sembra sempre più il leader assoluto anche nel Movimento 5 Stelle.
La sua credibilità è pari a quella dell’inquilino del Quirinale. Insomma a Luigi Di Maio fischiano le orecchie, la sua leadership è sempre più complicata.
Pier Paolo Milanese
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