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Emozionato, teso e concentrato. Così si è presentato Nicola Zingaretti all’assemblea congiunta dei parlamentari del Partito democratico.
Se inizialmente, il segretario dem sembrava aver subito l’iniziativa di Matteo Renzi, non è stato così nel corso delle difficili trattative per dare vita al nuovo governo con il Movimento 5 Stelle.
Il governatore del Lazio ha dimostrato di avere stoffa. In un momento di grande confusione è riuscito a tenere unito il partito e più che altro a tenere a bada le truppe renziane.
Certo la strada è ancora in salita e lastricata di ostacoli e buche. Ma indipendentemente di come andrà a finire , il Partito democratico ha ricominciato ad uscire dall’angolo.
Il dialogo con il M5S ha sdoganato lo stesso Pd messo all’angolo dalla macchina sputa fango dei 5 Stelle.
Lo scorso 18 luglio ancora una volta Luigi Di Maio fregandosene degli importanti ruoli istituzionali ricoperti accusava in una diretta Fb violentissima, il Pd di essere il partito di Bibbiano.
Ora le cose sono radicalmente cambiate. I Pentastellati che in 10 anni hanno eletto il Pd a nemico numero uno ora ci fanno il governo insieme.
Zingaretti prende la parola e nel riassumere le posizioni e le difficoltà dice rivolto ai parlamentari – in maggioranza fedeli all’ex segretario dem – “Abbiamo davanti mesi difficili. Abbiamo accettato una responsabilità complicata per il bene del Paese”.
E poi traccia l’orizzonte: “Dobbiamo essere capaci di costruire ed interpretare davvero un tempo nuovo”.
Pier Paolo Milanese
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