È cominciato da qualche minuto a Palazzo Chigi l’incontro tra la delegazione dei Cinquestelle e del Pd.
I due gruppi parlamentari si incontrano dopo le dure parole che suonavano come un ultimatum di Luigi Di Maio a fine colloquio con il premier incaricato Giuseppe Conte.
Il clima è teso. L’uscita del capo dei Pentastellati ha creato una ridda di tensioni e fatto emergere la diffidenza, i rancori e la freddezza che da sempre animano e separano le due formazioni politiche.
Tanti ancora i nodi da sciogliere per trovare una intesa generale su di un programma politico da condividere.
Un percorso accidentato e delicato ma unico per poter garantire un progetto di ampio respiro da realizzare nei 4 anni di legislatura.
È ciò che ha chiesto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è ciò che sta perseguendo il premier incaricato Giuseppe Conte.
Di Maio è stato chiaro e minaccioso rivolto ai dem ha scandito : “I nostri punti siano nel programma o è meglio il voto”.
Una entrata a gamba tesa inattesa che rischiava di far precipitare le cose.
Lo slittamento dell’incontro di oggi ne è una diretta conseguenza. È stato un intervento di Conte a provare a rassicurare i dem e riannodare i fili della trattativa.
Solo con il gesto di attenzione e rassicurazione del premier è stato recuperato per il rotto della cuffia l’incontro di oggi a Palazzo Chigi.
È chiaro che l’atmosfera tra le due delegazioni è guardinga: nessuno si fida di nessuno.
Si pare con il piede sbagliato e pensare che i due partiti in futuro laddovè decolli l’esecutivo M5S-Pd dovranno elaborare e approvare provvedimenti di legge per il Governo del Paese.
Pier Paolo Milanese