Ritirata la legge sull’estradizione che ha fatto piombare la città di Hong Kong nel caos più totale. La contestata normativa, sospesa, è stata definitivamente ritirata.
Insomma, la prima delle richieste dei manifestanti è stata ottenuta, sancendo una grande e storica vittoria del movimento di piazza.

Il primo ministro Carrie Lam ha convocato i parlamentari della maggioranza pro-Pechino nella sua residenza ed ha comunicato loro la decisione.
È chiaro che si tratta di un segnale per “raffreddare l’atmosfera”, l’escalation di violenze viste nelle ultime settimane mettevano a rischio la stessa convivenza civile.
Si rischiava di innescare una bomba ad orologeria. Il ritiro è l’inizio di una risposta politica ai cittadini di Hong Kong. Il primo effetto è il balzo alla Borsa locale.

È chiaro che si tratta solo di una delle tante richieste avanzate dal movimento soddisfatte. , ma oltre ad arrivare con enorme ritardo accoglie solo una delle cinque richieste del movimento.
Lam ora spera che il ritiro della legge basti ad accontentare la maggioranza pacifica della protesta, e insieme agli arresti dei violenti (già oltre mille) e che si smorzi la forza e la voracità del movimento di protesta.
Adesso il banco di prova della ritrovata pace (si spera) sarà il primo ottobre la festa per i 70 anni della nascita della Repubblica Popolare.
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